katestrammenon
Siamo aggrappati ad un'immagine condannata a descriverci.
Restiamo immobili, abbagliati dalla fuga, dal vedere e percepire senza forza alcuna le variazioni di un istante che ci brucia e ci dimette, e ci trasforma senza possibilità di rimediare.
Continuamente sospesi tra questo corpo e la scena, il fuoco brucia la nostra carne che scioglie, e il tempo che passa. Il sudore, e la pelle si squama.
Evoluzione di un'esistenza che brucia irrimediabilmente verso l'indefinito come fosse una redenzione, liberazione dalla pesante presenza dei Nostri occhi e delle Nostre labbra.
Dimentichiamo i nostri corpi inadeguati. Ciò che rimane è una leggera maschera, che vola, che si muove ad ogni vento, involucro di un'assenza, descrizione di un'identità perduta, ritratto di un immaginario che ci porta altrove.
Ritorna a delineare i nostri tratti, ormai indefiniti, perduti, poco tangibili.
La leggerezza dello scheletro.
L'installazione prevede la proiezione di un video (video presentazione) e l'allestimento di una scultura/testa in cera con candela lasciata accesa a compiere il lento lavoro di dissolvimento.
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