Steles
Cemento armato, ferro, plexiglass, luci, hardware e software per la produzione, il controllo e la proiezione del flusso audio-olografico.
Minia – Art in Progress
Galleria S. Chiara
Cosenza, 21 giugno - 19 luglio 2013
Steles propone un'idea di iconografia visuale e sonora con voci e figure che emergono contemporaneamente da piccole edicole tecnologiche. E' una reinterpretazione della spiritualità popolare dei tabernacoli tipica dell'Italia del Sud, raffigurata attraverso gli incessanti monologhi/dialoghi tra madri e figli. Flusso di suono e luce in cui il visitatore può distinguere singole presenze oppure percepire quella complessività a cui concorrono le parti che la compongono. Le miniature, in forma di ologramma, si mostrano in piccole nicchie virtuali ospitate in strutture verticali, stele votive profane in cemento armato, metafore storicizzate e "minime", simbolicamente arcaiche ed allo stesso tempo contemporanee, del mito della maternità.
Il lavoro è basato sull'uso di materiali che, "opposti" per loro stessa natura, vengono trattati con meccanismi creativi e realizzativi "unitari". Infatti se alla matericità statica del cemento si contrappone l'immaterialità dinamica in tempo reale del flusso multimediale, le texture di ambedue gli elementi, invece, vengono sottoposte, in ciascuna delle cinque stele, a processi di "lavorazione/filtraggio" concettualmente simili, dalle superfici del cemento a quelle del suono e dell'immagine. Inoltre i sottili parallelepipedi, oltre a "contenere" gli ologrammi, fungono da pannelli sonori che diffondono il segnale audio e ne caratterizzano il timbro.
Le dinamiche figure olografiche sono ricavate dalle riprese audio-video di tre madri con i loro bambini, provenienti da realtà sociali agli antipodi: dal benessere borghese ai campi nomadi. Condizioni di vita, provenienze culturali e lingue assai differenti trovano, anche qui, unità, comunanza di azione e significato nell'universalità del rapporto madre-figlio.
Ciascuna delle cinque stele, diversa e uguale nello stesso tempo una all'altra, ospita lo stesso ciclo olografico reiterato ad libitum e trattato in cinque diverse e allo stesso tempo simili modalità. I tempi di inizio di ognuno dei cinque flussi audio-video non coincidono e sono randomici in funzione dell'avvio automatico e non sincronizzato di ognuno dei cinque sistemi hardware e software adoperati.
Infine e non meno importante, uno di motivi ispiratori dell'installazione è da attribuire alle suggestioni derivate dal simbolismo numerico pitagorico in cui proprio il significato del numero cinque è riconducibile al concetto di maternità.
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