La ragazza mela

La scelta di lavorare precisamente sulla fiaba “La ragazza mela” è riconducibile a quella di lavorare con la frutta, in questo caso specifico, con la mela – spesso riproposta nella simbologia della cultura occidentale, a partire dal mito greco del pomo d’oro, causa della guerra di Troia, fino a quello del peccato biblico. Nel caso del racconto raccolto e trascritto da Calvino nelle “Fiabe Italiane”, invece, la mela fa riferimento a una realtà più popolare, dove il frutto è simbolo di una dimensione naturale, biologica. Quello che ho trovato particolare
nella fiaba è la continuità tra mondo naturale e mondo umano, come sottolinea sempre Calvino stesso, la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante cose, l’infinita possibilità di metamorfosi di ciò che esiste.
Nel video i re e le regine, protagonisti de “La ragazza mela” di Calvino sono stati sostituiti da i rappresentanti della classe borghese odierna. In linea con le riflessioni sulla Natura morta dei lavori precedenti, la mela è proposta sia come simbolo del dato naturale sia come quello dell’opera d’arte. Ma in questo caso non è un “oggetto inanimato” ed agisce attivamente nella vita dei personaggi.
La fiaba riattualizzata racconta di una donna - che non riesce ad avere figli sino a quando non si riconcilia con la sua componente naturale partorendo una mela- e di un uomo in competizione con la natura, ossessionato dal desiderio di ricreare ciò che esiste meglio della natura stessa. Queste due realtà vengono in contatto ed il “frutto” partorito dalla donna che supera il risultato dell’ambizione maschile, diventa per l’uomo e per sua moglie un “eco naturale”, in grado di risvegliare impulsi repressi dai codici comportamentali distintivi
della loro classe di appartenenza.

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