Parola di SPINA.
Parola di Spina è il titolo degli ultimi lavori di Michele Spina, realizzati su lastre di plexiglas e presentati presso la Galleria Rosso Fenice di Benevento, a partire dall'8 settembre 2012. Nella riflessione sui meccanismi dell’arte contemporanea, in particolare sulla commercializzazione dominante simboleggiata dalla sigla Vendesi, l’autore incrocia alcuni scrittori dell’Otto, come Baudelaire e Dickens, e del Novecento, come Neruda e Merini. E l’incontro avviene attraverso la libera proposizione di fotografie, che ritraggono le fattezze di ciascun personaggio,e l’individuazione di parole, che evocano il loro mondo o, meglio, l’impatto del loro mondo su Spina. Dalla testa di Charles Baudelaire fuoriesce un colorato aeroplano, sintesi immediata del vagheggiamento di partire, di andare lontano, come confermato dalle parole: Volo via da qui. Alda Merini indossa una preziosa mitra, che la trasforma in una sorta di papessa, attraverso un cortocircuito vertiginoso. Le parole scelte suonano come una solenne proclamazione: Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita. Selezionata per un’ esposizione al Museo d’Arte Urbana di Torino, inaugurata il 31 maggio scorso, l’opera ha già suscitato interesse. Risulta, a prima vista spiazzante la presenza, accanto agli scrittori citati, di Hitler, ma è l’altra faccia della parola che, invece di liberare l’uomo, l’opprime. Al feroce dittatore che reca un fiore rosa, quanto mai beffardo, si accompagnano le parole:I cry for Italy, not for my past. In occasione del Cam War Art Napoli, organizzato dallo stesso Spina e svoltosi il 10 maggio scorso, l’autore ha frantumato il suo lavoro a colpi di martello, destando l’attenzione, fra gli altri, della televisione tedesca. Non è un caso, dunque, che l’happening napoletano trovi spazio anche nell’edizione in corso di Documenta a Kassel. La serie Parola di Spina comprende, infine, un autoritratto che svela u n profondo spirito ironico. Dopo la presentazione a grandezza naturale della figura di spalle, l’osservatore che si spinge a guardare dietro il pannello scopre che Spina è impegnato in un bisogno corporale. Questo lascia agli artisti la società d’oggi: Parola di Spina.
Maurizio Cimino
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