hipsta.self

hipsta.self

Hipsta.Nothing
“Il fotografare ha instaurato con il mondo un rapporto voyeuristico cronico che livella il significato di tutti gli eventi”. Questa concetto sembrerebbe scritto oggi invece risale a ben 40 anni fa (Susan Sontag – Sulla Fotografia – 1973 – Einaudi), ma nell’epoca degli smartphone lo stesso ha acquisito ancor più forza. Recentemente James Estrin, giornalista e fotografo del New York Times ha posto la questione nel suo NYT blog, "Lens", di quale effetto il moderno "tsunami" della fotografia potrà avere. Estrin parla di miliardi di telefonini muniti di fotocamera che fotografano qualsiasi cosa: cibo, bimbi, cani, tramonti, che registrano innumerevoli azioni come se avessero tutte pari importanza, ogni giorno solo su Facebook vengono caricate più di 380 milioni di fotografie, e Instagram sta crescendo esponenzialmente con 4 miliardi di foto uploadate al luglio 2012. Sempre per Estrin, “La fotografia non è più prevalentemente un modo di conservare un ricordo prezioso o imparare di luoghi e gente che altrimenti ci sarebbe impossibile incontrare, ma piuttosto una merce di scambio, spesso di cattivo gusto, nelle interazioni sociali e un modo per spiare ancora più da vicino negli ombelichi degli altri”.
In qualità di artista non ho voluto pormi al di sopra degli altri, non ho quindi operato (come ad es. ha fatto Joan Fontcuberta nei suoi interessanti lavori) una raccolta di immagini su internet da poi utilizzare nel mio progetto; mi son posto invece sullo stesso piano della gente comune. Ho individuato, facendo ricerche sul web, i soggetti più fotografati e poi ho iniziato io stesso a fotografarli nella mia quotidianità. Per far ciò ho utilizzato una applicazione per iphone (hipstamatic) nella quale è possibile usare (al momento ma sono in continua espansione) 1054 effetti diversi creati dalla combinazione tra 34 tipi di pellicole “virtuali“ e 33 lenti “virtuali“. Per ogni soggetto ho scattato 54 fotografie, variando ogni volta l’effetto ma mantenendo la stessa inquadratura, che ho poi assemblato in pannelli con chiara ispirazione all’estetica POP.
Il lavoro finale consta così di 972 fotografie (18 pannelli da 54 fotografie l’uno) con le quali ho voluto ottenere un effetto sensoriale di immersione profonda nel caos delle immagini che si ripetono fino allo stordimento e i cui soggetti rappresentano una sorta di “nulla” (da qui il titolo Hipsta.nothing), ma allo stesso tempo l’effetto finale è stato da me esteticamente curato sino alla perfezione. Come risultato un corto circuito che è quello della nostra società, schiacciata tra la esasperazione della estetica e la pochezza dei contenuti.
Questo è il pannello dell'autoritratto

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Commenti 5

Giovanni Presutti
10 anni fa
Grazie maurino
maurinomangiapanino
10 anni fa
hai osato .questo mi piace
leggendo il bando sei un bandito come me che ha usato uno mobile per misurarsi con linguaggio al di fuori dei loro canoni.
la quantita' d'immagini non copre l' idea di realizzazione
bravo ribravo
bravo
ZIQQURAT ugocròm Zatini
10 anni fa
molto bella!
Giovanni Presutti
10 anni fa
Grazie mill Lino
Lino Bianco
10 anni fa
Lino Bianco Artista
Geniale idea. Bravissimo.
Ciao,
Lino

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