Nibiru

Nibiru

Pittura, Filosofia, Animale, Sacro / Mitologico, Acrilico, 50x70x3cm
Quella che a prima vista può sembrare una folta vegetazione con degli uccelli sui rami ed in volo, in realtà è uno studio sul nostro sistema solare attualmente conosciuto. In effetti ogni singolo uccello descrive un pianeta e le bacche nel becco o nelle zampe non sono altro che le lune e i satelliti, dal basso la Terra (unico uccello parlante), Venere, Mercurio, Marte, Urano, Nettuno (e il suo anello), Saturno (con i suo anelli) e Giove. Gli otto pianeti sono divisi in gruppi di quattro dalla fascia degli asteroidi simboleggiata nell’opera dai rami di bacche al centro e i gruppi di asteroidi “Greci” e “Ateniesi” raffigurati tra la Terra e Venere. All’interno della fascia degli asteroidi possiamo notare un punto blu che rappresenta il planetoide Cerere. Nella parte superiore tra Saturno e Giove (ad ali aperte come nell’intento di proteggere il sistema solare) notiamo altri punti blu, sono i pianeti classificati nani con i loro satelliti: Plutone, Heumea, Makemake e Eris a sinistra dell’albero troviamo Sedna e la nube di Oort dopodiché Nibiru e la sua stella.
Ma chi è o cos’è Nibiru? Nibiru è un presunto pianeta descritto, sulla base di una personale interpretazione delle scritture babilonesi, dello scrittore Zecharia Sitchin nella sua teoria che vuole all’origine della vita sulla terra ci sia una civiltà extraterrestre. Nibiru per gli antichi Babilonesi era il corpo celeste associato al Dio Marduk, il nome deriva dalla lingua accadica e significa punto di attraversamento o di transizione. Nella maggior parte dei testi babilonesi è identificato col pianeta Giove (nella tavoletta n. 5 dell’ Enûma Eliš potrebbe essere la Stella Polare, che a quel tempo non era quella di oggi, ma Thuban o forse Kochab). Sitchin, sulla base di interpretazioni delle scritture sumeriche, giunge invece alla convinzione che Nibiru sia un diverso e sconosciuto pianeta. Nelle sua costruzione teorica affianca al pianeta Nibiru il pianeta Tiamat, quest’ultimo sarebbe esistito collocandosi tra Marte e Giove. Egli suppone che fosse un fiorente mondo con giungle e oceani la cui orbita fu distrutta dall’arrivo di un grande pianeta e di un piccola stella che attraversò il sistema solare tra i 65 milioni e i 4 miliardi di anni fa. La nuova orbita assunta da Tiamat avrebbe fatto sì che collidesse con Nibiru. I detriti di questa collisione avrebbero dato vita alla fascia degli asteroidi, alla luna e alla terra. Per misurare la precessione degli equinozi, tra gli antichi Sumeri e in Babilonia, il cielo sarebbe stato diviso in 7 spicchi, ciascuno dedicato a uno dei 7 maggiori Anunnaki, ogni spicchio di circa 50 gradi sull’equatore celeste. Con la precessione, l’equinozio di primavera si sposta nel corso dei secoli lungo l’eclittica, attraversando via via i vari spicchi in cui era diviso il cielo. Il passaggio del punto equinoziale da uno spicchio all’altro determinava l’attraversamento di una fascia di confine di circa 1,5 gradi, corrispondente a circa 3 volte il diametro apparente della Terra proiettata sulla Luna durante un’eclissi. Tale fascia di attraversamento era Nibiru, nella quale la sovranità del cielo non apparteneva ad alcun Anunnaki particolare, e dunque gli dei potevano scendere sulla Terra. Ogni 3600 anni si ripete il passaggio tra uno spicchio di cielo e l’altro, e si ha il ritorno di Nibiru. Secondo una teoria che si è diffusa in questi anni proposta nel 1995 da Nancy Lieder (che si descrive come contattista), fondatore del sito ZetaTalk, la terra sarà presto distrutta dal passaggio di un grande pianeta denominato Nibiru o Pianeta X o Wormwood. La data, prevista per il passaggio è quella del 2012, i sostenitori di tale teoria ravvisano una correlazione nel fatto che, secondo una interpretazione del testo Maya “Popol Vuh”, nel 2012 avrà inizio un nuovo “lungo computo“, quello della cosiddetta quinta creazione, che terminerà tra altri 3600 anni.

Sole.
Compio ellissi intorno al mio sole
come pianeta errante
cerco di sfuggirgli
ma esso mi attrae
forza misteriosa mi attira a se
io semplice terra
senza luce
risplendo della tua
fai crescere in me la vita
mi sottrai dalla fredda oscurità
perciò mi abbandono alla tua luce
non posso starti lontano
sei tutto per me
compio le stagioni della vita
con i miei tumulti e le mie maree
in me ci sono mille battaglie
ma tu sei sempre li
con la tua luce mi inondi
soffro quando la mia luna ti eclissa
sei bellissimo sole
sei la mia vita.

Jackinthewind

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