Gli oggetti sono naturalmente predisposti ad operazioni di manipolazioni con le quali possono passare da uno stato di necessità “naturale”, primario, ad uno stato successivo “artificiale”. L’artificio, concepito come sistema espressivo autonomo, è assunto come principio ordinatore del carattere di costruzione dell’oggetto e come tale sancisce un suo apparente e temporaneo distacco dalla approssimazione della realtà fenomenica. L’immagine della realtà esterna (il portacappelli), quindi, pian piano tende a scomparire e a dissolversi per rigenerarsi in una nuova immagine (installazione di cappelli – maschera raffiguranti la natura fantastica) che potenzialmente potrebbe lasciare il posto ad una terza, quarta immagine grazie ad una operazione di manipolazione non più della forma dell’oggetto d’uso ma della sua stessa funzione; questa, quindi, non è più solo assolta dall’oggetto ma volutamente messa in evidenza, esibita, quindi “rappresentata”, “teatralizzata”.
News
celeste,
Commenti 2
Inserisci commento