Video intervista THE OPEN SPACE PORTRAIT a FILIPPO RINIOLO
Partendo da un luogo proprio di affezione o rappresentanza, l'artista si racconta attraverso un flusso di coscienza, spogliando il suo personaggio dal meccanismo di dipendenza che sussiste con l’immagine filtrata dall’opera.L'incoscienza dell’incontro con la macchina da presa, muta in un conflitto tra desiderio e difesa, tra licenza e divieto.
Nell'intero progetto l’umore spaziale di Fontana trova nello scambio e confronto con l’artista, l’importanza di un nuovo modo di concepire il luogo.
Attenzione particolare viene data al processo di ricerca veicolato da un percorso laboratoriale tra l'artista, il curatore e il regista; veri e propri symposia volti alla documentazione e alla conoscenza più profonda dell autore.
Filippo Riniolo (Desio 1986) vive e lavora a Roma. Dal 2003 La sua esperienza artistica ibrida e provocatoria include fotografia, pittura, installazione e performance. Sin dai primissimi lavori si evince l’attitudine ad un occhio attento alla storia in cui tradizioni e identità si aggiungono a un percorso creativo. Studia presso l’Istituto d’Arte e Fotografia di Milano terminando gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2003 vince il premio “Angelo Tencho” e nel 2006 il premio “Boccioni”. Viene invitato da Glory All per Nuda Proprietà (Roma) nel 2011 dove realizza l’opera installativa “Dream of Ahmadinejad” e l’opera site specific “A cosa serve Ichino?” e nel 2012 con la performance “ordinary self portrait”. Nel 2011 il Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea CIAC di Genazzano (Roma) gli dedica La Colata Room dove espone l’opera al neon Lifelong Learning. Nello stesso anno viene selezionato alla III Edizione del Premio Roma Centro Storico (Roma) con l ‘opera audio “2 cattivi maestri”.
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