Watching Godiva
"Watching Godiva" nasce dalla collaborazione tra Max Leggieri e Iolanda Di Bonaventura. Ispirata al leggendario personaggio di Lady Godiva - nobildonna anglosassone, moglie del conte Leofrico di Coventry, si dice cavalcò nuda per le strade del proprio paese per ottenere la soppressione di un ulteriore tributo imposto da suo marito ai propri sudditi - , prende spunto da tale modello per costruire un'opera in grado di giocare con la propria identità, ribadire il proprio essere e rimettersi in discussione.
Come? L'opera - integrazione tra la programmazione, curata da Max Leggieri, e la fotografia, autoscatti di Iolanda Di Bonaventura, è in grado di "riconoscere" e decodificare il numero degli osservatori che le sono dinanzi, e non solo: quando "noterà" qualcuno passarle dinanzi senza fermarsi, s'inclinerà prospetticamente nella sua direzione. Lady Godiva avrà quindi modo di comportarsi, atteggiarsi ed esprimersi come riterrà consono, a seconda della vastità della platea e delle attenzioni ricevute.
Lady Godiva s'interroga sul proprio essere: è libera di essere sé stessa (o è libera di essere la sua sovrastruttura?) soltanto quando è libera dallo sguardo altrui, in un crescendo di emozioni commisurato alla presenza umana. Godiva ritrova appieno la propria potenza espressiva perché dichiarare la propria fragilità - una fragilità senza difese né nascondigli - la rende immancabilmente ed incredibilmente forte: ed è proprio come strumento di indagine interna che Lady Godiva vuole essere guardata.
L'opera è pensata per essere "proiettata" in loop da un televisore, munito di camera (per il rilevamento delle persone) e raspberry pi opportunamente programmato (per l'elaborazione dei dati).
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