Avamposti- alfio catania-
Nel corso dei secoli arte e artista non solo sono stati solamente testimoni del loro tempo, essi sono stati pure le sentinelle di innumerevoli avamposti attenti al mutare dei pericoli e delle novità che ogni società e periodo storico porta con sé. Eppure cosa pretendiamo mai da un artista se non un invito alla riflessione estetica in una contemporaneità estraniante e sempre più veloce e di breve durata? Cosa si aspetta mai da un artista oltre questo? Si attende forse una direzione da seguire, un’ indicazione metafisica che plachi il nostro lecito eterno domandarci di chi siamo da dove veniamo e dove andremo? Nel tentativo non sempre riuscito di fare questo, un artista non deve dimenticare che bisognerebbe creare percorsi per gente differente per offrire una comunicazione di grande respiro, cominciando dal fatto di non creare schemi mentali altamente incompatibili con quella libertà di pensiero che pare non di appartenenza a quella cosiddetta cerchia di artisti imprenditori foraggiati più dal mercato finanziario che dalla creatività in sé.
Gli Avamposti sono un luogo ineffabile, non localizzabile fisicamente, sempre altrove rispetto al qui, virtuale come il mezzo che utilizziamo, ma privilegiato per creare nuove possibilità. Dal nostro osservatorio creeremo nuove forze per favorire il cambiamento. Affermiamo chiaramente: non c’è spazio alcuno per la nostalgia del passato; oggi tutti i canoni artistici sono rotti, a pezzi, non è possibile né auspicabile alcuna restaurazione. Noi nomadi, aborriamo quei tristi sedentari che con sguardo accigliato oppongono al divenire il ricordo del bel tempo andato. Dai cocci di ciò che resta creeremo nuovi alfabeti per dire il futuro che ci aspetta. Oggi c’è sovrabbondanza di mezzi, di linguaggi, di stimoli, tutto può mescolarsi con tutto. Tutti i linguaggi faranno al caso nostro, tutti i generi, nessuno escluso.
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