Aldila' del luogo

Aldila' del luogo

Aldilà del luogo è un progetto che nasce con la volontà di mostrare l'impatto delle parole sui volti delle persone discriminate per via del loro orientamento sessuale e di portare alla luce la diffusa e radicata incidenza degli atti e del pensiero omofobo in diversi aspetti della società italiana.
Viene così messa a nudo la talvolta sorprendente banalità del male.
Il Progetto nasce da una lunga raccolta di parole ottenuta dall'associazione libera in risposta alla domanda "Qual è la prima parola che ti viene in mente pensando ai gay?".
Più di duecento persone sono state intervistate per le strade italiane, e la maggioranza ha risposto con riferimenti offensivi. La discriminazione che va aldilà
di un luogo specifico è profondamente radicata nella mentalità di chi vede il diverso come sbagliato.
Che effetto hanno queste parole sulla vita delle persone?
Sono state raccolte testimonianze di persone omosessuali che hanno deciso di denunciare gli affronti ricevuti.

Il progetto è presentato in forma di dittico: da un lato occhi, pelle, capelli, un volto, un'emozione, l'espressione della reazione a un appellativo offensivo.
Dall'altro il luogo teatro della violenza, verbale, fisica o psicologica.
Si scopre così che sono i posti più comuni (scuole, ospedali, spazi pubblici) a essere i primi contenitori di quella sofferenza.

Didascalie Corrispondenti alle immagini:

001-Gino, 68 anni, Piazza Vittoria, Palermo (Sicilia) 28.06.1993____Scherzo della natura

Sono passati 21 anni da quando Gino e Massimo si sono sposati dopo una convivenza di 15 anni. La cerimonia è avvenuta in Piazza Vittoria proprio dietro il Municipio di Palermo. Hanno scelto la "giornata mondiale dell'orgoglio LGBTQ" per sposarsi, come simbolo e protesta, l’evento è riuscito ad andare su tutti i giornali, sotto la bocca di tutti. La vita di chi sceglie di lottare per i propri diritti è difficile, più difficile di quanto si possa immaginare, per persone come Gino che è tra fondatori di Arci Gay Italia il confine tra il pubblico e il privato risulta essere labile.
Poco dopo il matrimonio Gino ci racconta che ricevette una lettera da sua madre, che spettatrice come altri, si ritrovò a prender parte all’evento. Scioccata, anche perché Gino ha due figli grandi, mandò una lettera molto forte dove metteva in luce la vergogna che questo gesto avrebbe portato sulla sua famiglia, e che l’unica cosa che poteva augurargli era: “legati una pietra al collo e buttati nel mare”.


002-Alcide, 27 anni, Palazzina azzurra, San Benedetto del Tronto (Marche), Giugno 2012____Dolore

Alcide ha da poco pubblicato per un importante casa editrice italiana il suo ultimo romanzo “Ivan il terribile”, che intreccia i temi dell’adolescenza e dell’omosessualità. In occasione delle sue precedenti pubblicazioni la città di San Benedetto del Tronto lo aveva sempre invitato a presentare i suoi romanzi alla Palazzina Azzurra, struttura comunale sede di numerose attività culturali della città. Per “Ivan il terribile” però non riceve alcun invito, ed informatosi, Alcide scopre che gli organizzatori dell’evento ritenevano i contenuti omosessuali del romanzo non adatti al vasto pubblico, e che questi rovinassero la qualità dell’intero libro.


003-Giacomo, 23 anni, Università Statale di Milano settore didattico di Biologia, Milano (Lombardia), Marzo 2010___Fobia

Giacomo è un attivo partecipante del comitato “Gay Statale“ dell’Università di Milano. In occasione di un cineforum da loro organizzato, si impegna per pubblicizzare l’evento, affiggendo, nei vari dipartimenti dell’Università, le locandine della loro iniziativa. Queste, però, vengono puntualmente strappate via. Giacomo, determinato a smascherare l’autore, indirizzato da una studentessa, un giorno lo coglie sul fatto. E' un uomo di mezza età, impegnato in lavori di manutenzione nell’Ateneo. Questi, senza troppi convenevoli, attacca direttamente Giacomo, insultandolo pesantemente e minacciando di ucciderlo se avesse continuato ad appendere volantini. L'accesa discussione attira degli studenti di passaggio, allarmando l’uomo, che se ne va. Giacomo, preso dalla paura, denuncia l’accaduto all’Università che prenderà seri provvedimenti. Il fatto finirà in seguito su diversi giornali, portando i ragazzi di “Gay Statale” ad istituire un corso di sensibilizzazione ed informazione sull’omosessualità, che raccoglierà centinaia di iscritti.


004-Massimo, 58 anni, treno Messina-Palermo (Sicilia) 2007.___Contro natura

Massimo è nato a Roma ma vive a Palermo da moltissimi anni. Con il marito Gino gestisce il negozio “Quir fattoamano”, diventato centro di ritrovo per molte persone appartenenti alla comunità gay palermitana. La testimonianza che ci riporta Massimo è scelta tra i tanti momenti di discriminazione a cui è stato soggetto. Racconta di una tranquilla gita in Calabria con una sua cara amica, quando i due si accingono a prendere il traghetto per ritornare in Sicilia. Sfortuna vuole che sia lo stesso scelto da un gruppo "ultras" di ritorno dalla partita. Una volta preso il treno una cinquantina di uomini si riversa nel vagone e notata la presenza di Massimo dà il via ad un viaggio angosciante pieno di pesanti offese ed urla, accompagnate da tentativi di entrare nel loro scompartimento. Massimo cerca invano un aiuto tra i passeggeri che con lui dividono lo scompartimento. Arrivati a destinazione i due amici, visto un pubblico ufficiale, si avvicinano all'agente, ma questo, dopo averli guardati, con stizza, si scansa.


005-Maximiliano, 44 anni, Centro Direzionale, Napoli (Campania), 1999.____Forni

Maximiliano a 27 anni ancora non si era dichiarato omosessuale, l'unico modo per poter avere un rapporto occasionale, a quel tempo, era frequentare luoghi dove, lontano da occhi indiscreti, vi era la possibilità di incontrare altre persone gay. Questi luoghi pubblici, sono chiamati in gergo battuage. E' tarda sera, quando Max, protetto dal buio, sta cercando compagnia, come ha fatto altre volte, in una di queste zone nota in città: il Centro Direzionale. Max vede due ragazzi, loro lo notano, si mostrano interessati, e dopo poco, tutti e tre, cercano un posto più appartato. Tutto sembra proseguire come previsto. I due ragazzi iniziano a slacciarsi le cinture ma mentre Max si accinge a fare lo stesso sente arrivare altri due uomini. A quel punto si rende conto di essere caduto in una trappola: si ritrova bloccato dai due ragazzi che l'avevano adescato e inizia un pestaggio violento. Sono attimi interminabili. Max si rialza, solo, dolorante e sanguinante, nonostante tutto, si ritiene fortunato di essere ancora vivo, ma purtroppo per lui la violenza e l'umiliazione di quella sera non si fermano ai pugni e ai calci che ha ricevuto. Quando il giovane si reca al pronto soccorso e racconta l'accaduto viene trattato freddamente dal personale di turno, a malapena medicato e la notte stessa dimesso. Successivamente chiede l'intervento delle Forze dell'Ordine per denunciare i suoi quattro aguzzini, ma l'agente che lo riceve gli risponde: "tu sì ricchion, che vaje truvanne". Da quell'evento Max ha passato più di un mese, in solitudine, prima di decidersi ad uscire nuovamente di casa.

006- Greta. 23 anni. Milano (Lombardia), Nessun luogo specifico.___Poveretti

-Perché vai a letto con le ragazze?
-Chi di voi due è l'uomo?
-Cosa fanno le lesbiche a letto?
-Sei nata lesbica?
-Perché odi gli uomini?
-Non ti sembra che manchi qualcosa?

"La poetica del sesso" di J. Winterson


007-Valter, 26 anni, Napoli (Campania)___Disagio

Prima di raccontare la storia di Valter sarebbe giusto chiedersi cos’è la discriminazione. Capita di soffermarsi sugli eventi più violenti, pestaggi o comunque molesti fisiche. Ma la discriminazione non si ferma lì, è qualcosa di più sotterraneo, più subdolo, che va ad insinuarsi nella vita, intaccando la quotidianità, rende difficile una cosa semplice, come stringersi la mano tra innamorati. Quando abbiamo lo conosciuto, Valter ci ha detto che, per fortuna, durante la sua vita non ha subito discriminazioni. Poi, parlando, ci racconta del rapporto con il suo ex compagno. Entrambi di Napoli hanno avuto una relazione di 4 anni. Sempre nascosti, perché il fidanzato aveva paura. Ovviamente questo non compromette l’amore, ma si insinua in quello che è la possibilità di vivere e viversi liberamente. Si sono trasferiti a Roma, una convivenza durata un anno, ma c’era sempre Napoli, la propria casa, che non “doveva sapere”. Ora la storia è finita, anche per questo, ovviamente non solo, ma c’è da chiedersi come si può vivere amandosi senza poter dire di farlo.

008-Marco, 28 anni, Bagnolo in Piano (Emilia Romagna), 04.2002___Stronzetto

Marco è ancora un ragazzo, ed insieme ai suoi amici frequenta l'oratorio del suo paese.
Un giorno, usciti di lì, si dirigono tutti insieme verso il vicino bar "Da Guido", gestito dal diacono della parrocchia e ritrovo dei giovani del posto. Arrivato lì davanti, Marco viene fermato da un gruppo di ragazzi, già noti per la loro prepotenza: uno di questi gli si fa sotto, lo deride: "Vattene frocetto!", e davanti a tutti i presenti lo schiaffeggia in pieno volto. Nessuno muove un dito a difesa del ragazzo, e Marco imbarazzato torna dai suoi amici, che pur avendo visto, si limitano ad un superficiale "Tutto bene?".

009-Simone, 18 anni, San Benedetto Del Tronto (Marche), 2011___Fobia

Simone ha 15 anni, sta vivendo il suo primo amore. Un giorno i genitori, molto cattolici, scoprono una foto del figlio mentre si da un bacio con il suo ragazzo. La famiglia, riunita, parla con Simone, consolandolo, cercando di farlo sentire capito, è un sollievo per lui. Ma si nasconde un tranello nell’accondiscendenza della famiglia, le terapie riparative. Sono quelle terapie che si presentano come soluzioni alla “malattia”: omosessualità. Molti genitori, un po’ per ignoranza, un po’ per la grande diffusione all’interno degli ambienti religiosi, si ritrovano a prendere come possibile soluzione la terapia riparativa. Anche a San Benedetto si trova una signora, a sua detta, riconosciuta dalla chiesa, che offre i suoi servizi. Questa “terapeuta” promette la guarigione completa e definita, vede angeli custodi che aiuteranno nel cammino della purificazione. I genitori di Simone, sempre con l’inganno, gli propongono di parlare con questa persona che potrebbe aiutarlo. Lui inizialmente è contrario, ma poi, sempre per accondiscendenza, accetta. Entrato nella casa della signora, i genitori se ne vanno prontamente, e Simone si ritrova solo. “Un esperienza terribile” racconta: “è stata un’ora e mezza eterna, dove ascoltavo, come paralizzato le parole di questa donna”. Ma queste cose non sono nuove per Simone, anche la nonna diceva sempre: “continuando così finirai all'inferno“.

010- Fabio, 23 anni, Tratta Mira-Venezia (Veneto), 2006___Insoddisfazione

E' un pomeriggio di una piovosa giornata invernale, Fabio ha 17 anni e sta ritornando a casa dopo la scuola, seduto in un autobus molto affollato. Ad una fermata, una delle tante, sale un tizio che inizia a toccarsi in maniera evidente da sopra i pantaloni, cercando di incontrare lo sguardo del ragazzo. Dopo di che, il posto vicino a Fabio si libera e l'uomo si siede al suo fianco continuando le sue poco ortodosse ''avance'', intimando il ragazzo a seguirlo quando sarebbe sceso, fino a quando infine non se ne va da solo. Il tutto davanti a tanti occhi, molto impegnati a guardare altrove.

Analisi e ricerca:
Sofia Cattelan
Marco Marinucci
Federico Vespignani
Fabio Vignocchi

Fotografie:
Federico Vespignani

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Commenti 1

Francesca Modotti
10 anni fa
Al di la' del tema, il luogo reale, teatro omo-fobico, e' davvero potente. Opere potenti. Lavoro potente. Complimenti.

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