Home

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Luoghi ai confini tra città e campagna, case disabitate, stanze vuote, sono le immagini che fisso con l’obbiettivo nelle mie esplorazioni, dove la fotografia è parte essenziale di un processo che si concretizza anche con interventi grafici site specific e l’appropriamento di oggetti del luogo.
Home segna la nascita di un dialogo immaginario.
Ho impresso interrogativi in quasi ogni stanza del casolare, anche dove era bloccato il passaggio per il pericolo di un imminente crollo del tetto e della pavimentazione.
Interrogativi che ci riguardano perché trascorrere una giornata in luoghi come questi significa anche perdere la propria identità e il significato ordinario delle cose, come nell’immagine Who I am? Che riporta la scritta realizzata da me con un pennarello sul gabinetto della sala da bagno.
Home è un progetto politico-sociale perché le stanze della casa di tutti, che apparentemente sembrerebbero disabitate, in realtà ci fanno pensare che qualcuno ha in passato temporaneamente vissuto in quei luoghi come unica possibilità, incidendo sulle mura anche le proprie iniziali, MF, che ho riportato nella prima immagine e dove ho aggiunto la scritta Male or Female? aprendo un dialogo con l’ interlocutore sconosciuto.
Le tracce ritrovate mi hanno fatto anche pensare a spazi specchio del degrado sociale, dove un letto sporco bottiglie rovesciate, candele e preservativi sono unici testimoni rimasti nell’immagine Who are you?
Mi chiedevo cosa potesse domandarsi una prostituta adagiata su quel letto al suo primo contatto con lo sconosciuto. Contatto che ho vissuto indirettamente imprimendo l’interrogazione sul materasso macchiato con una bomboletta spray.
L’ indagine è suggerita dai luoghi, come nel caso del camino murato, quasi un quadro bianco con cornice dove poter ancora creare e dove ho impresso la scritta Is this Art ?
l’ Interrogazione più frequente dell’arte contemporanea, nelle nuove direzioni al di fuori dei canoni estetici esistenti, non ancora recepite come ‘arte’.
Home è anche in profondità un progetto filosofico, gli interrogativi che imprimo sui muri o sulle superfici sporche sono semplici, forse i primi interrogativi che si è posto l’uomo venendo al mondo, ma a cui non è facile dare risposta.
Dopo un vis a vis a contatto diretto con l’ignoto, il pericolo, lo sporco, le ragnatele, viene da chiedersi cosa significhi in realtà sporco e pulito ai giorni nostri, ad esempio nell’immagine Is this a wash basin ?
O ancora chiedersi se sopravviveremo, alla crisi economica o dopo la morte, ed esattamente nell’ hic et nunc dell’ istallazione realizzata nell’area più esposta al pericolo del casolare, al terzo piano.
Tornerò nella casa di nessuno per vedere se i miei interrogativi hanno avuto risposta.

I Male or Female?
II Is this a wash basin ?
III Who I am ?
IV Is this Art ?
V Who are you?
VI Did you find a golden ring?
VII Will we survive?
VIII Forbidden ?

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