DERIVA
abiti rammendati, legno di faggio, plexiglas, 44x34x28; HDvideo transferred on Blu-ray DVD, colore, suono, 9’.11”; 2014
L'installazione è composta da un lavoro di Giuseppe de Mattia e un video di Luca Coclite. L’opera comprende una teca con all'interno alcuni capi d'abbigliamento ritrovati lungo la costa del basso Salento, racchiusi e preservati dal tempo, e un video nel quale, sullo stesso lembo di terra, viene catturata un'imponente mareggiata invernale.
De Mattia recupera abiti ritrovati tra i sassi e gli scogli ai piedi della vecchia colonia Scarciglia, sull’estremo lembo di terra del capo di Leuca. Li raccoglie, li lava in mare come per decretarne una nuova vita e poi se ne prende cura rilavandoli e rammendandoli come se dovessero essere rimessi in uso.
In un gesto metaforico e romantico si prende cura dello scarto del tempo, di ciò che da qualche parte, di fronte a quella costa, è stato perso, abbandonato, strappato via e lo rende una reliquia dei nostri tempi. Il video di Luca Coclite ripercorre l’iconografia dell’elemento naturale “mare” ponendo l’accento sul significato dicotomico, fisico e mentale. Quest’ultimi sono i filtri secondo i quali dovranno passare in primis il benessere materiale e spirituale di ogni individuo.
Nella costellazione di simboli antitetici, che vanno dal romanticismo a oggi, il mare racchiude una miriade di significati capaci di scatenare una serie indefinita di sentimenti contrapposti. Nell’accezione negativa, ad esempio, è la separazione e
lo straniamento; il mare in tempesta è il riflesso dei conflitti umani. Al contrario il mare traduce perfettamente il desiderio o la volontà di svincolarsi dai limiti sociali o comunitari.
L’attraversamento del mare è un viaggio doloroso che è elevato a cura.
L’opera è realizzata con il supporto di Ramdom, all'interno del progetto "Indagine sulle Terre Estreme".
Commenti 1
Inserisci commento