Transfert
raggiungimento di una traccia tenue, ottenuta per contatto. In questo modo non è più possibile distinguere la rappresentazione originaria: la rarefazione dei soggetti raffigurati non concede una piena comprensione
dell’immagine, invitando a uno sforzo cognitivo e interpretativo. I lavori che compongono Transfert si collocano in un “limbo retinico” dal quale i soggetti emergono a fatica, per divenire apparizione effimera,
fantasma, appunto. Le immagini si manifestano così nella loro sfuggevolezza: per dirla con Didi-Huberman, “sentiamo che ci riguardano, che ci toccano, ma […] non conosciamo né conosceremo mai tutti
i dettagli”>>*.
* G. Didi-Huberman, La conoscenza accidentale. Apparizione e sparizione delle immagini, Bollati
Boringhieri, Torino, 2011, p. 27
Commenti 0
Inserisci commento