Matrioska
Il lavoro nasce da un particolare interesse per “i linguaggi”
LIS (adottato dai non udenti), BRAILLE (usato dai non vedenti) LORMEN (usato dai sordo-ciechi).
L’utilizzo di tali linguaggi, esaltano metaforicamente l’impossibilità di una comunicazione completa fra individui.
Quello che diciamo agli altri, parte con un senso stretto e subisce un processo di “traduzione” nella ricezione altrui: il mio concetto di “Amore” ad esempio avrà valenze nettamente differenti da un altro individuo, seppur parlando la stessa lingua ed essendo cresciuti nella stessa nazione. Il rischio è di vivere in una solitudine costante, una solitudine contornata da individui che vivono la convinzione di capire e di essere capiti.
Ho voluto esasperare il senso di confusione e contraddittorietà dei linguaggi e di tecniche: serigrafia, acquaforte, fino alla produzione del supporto: carta fatta a mano in fibra di cotone e abaca.
Serigrafia: sono serigrafati dei paesaggi di forma tonda del diametro di 1,5cm che compongono una scritta in BRAILLE: “osservami”, termine riferito non solo alla capacità destinata alla vista. I paesaggi non sono in rilievo, dunque un cieco non può “leggerli” e di contro un vedente non percepisce a primo impatto i paesaggi troppo piccoli.
Due acqueforti: la prima raffigura il termine in LIS “sentimi”, anche qui l’accezione del termine è incentrata su un intendimento più emotivo che sensoriale e la seconda presenta l’intero alfabeto LORMEN.
Matrioska è una personale visione di una solitudine a più strati, di tante solitudini capaci di parlare e di sentire nell’io, ma che dispiegandosi all’esterno danno solo la reiterazione della propria immagine tramite parole vuote o fraintese, similmente alle bambole russe.
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