Ore 7:59, l’orologio si e’fermato li’, come a voler fissare l’istante che cambio’ per sempre le loro vite. Loro cosi’ legati alla citta’ di Fiume, esiliati, scacciati per sempre da un territorio e diventati profughi sempre nello stesso. Hanno portato con se solo poche cose, un violino, una fisarmonica, appartenuti a due diverse generazioni, e la foto della Loro citta’, cosi’ come l’hanno lasciata e nella quale non torneranno piu’. Loro, i fortunati, scampati alla tragedia delle Foibe, piangono disperati la loro patria. Solo il suono degli strumenti e` riuscito ad alleviare il peso dei ricordi e li ha accompagnati malinconicamente per tutta la vita.
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celeste,
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