who is looking at
Nell'installazione il suono è il filo conduttore che invece di districare lo spettatore, prima che se ne accorga, lo ingloba in una riflessione quasi ossessiva sul guardare e l'essere guardati, sull'essere spettatori passivi ma anche attivi di un'opera che si svela solo nel momento in cui è ascoltata e con lo sguardo 'eseguita'.
L'installazione audio 'who is looking at' presenta cinque felini alle prese con una competizione di sguardi.
La fissità tipica dello sguardo dei felini sottolinea l'unicità della relazione che si instaura di volta in volta tra due di loro, ma al tempo stesso in un effetto a catena, crea uno spazio virtuale in cui i felini hanno una posizione ben precisa e ne delimitano il confine fisico.
Il mantra sonoro, che accompagna l'installazione, descrive l'azione degli animali e sottolinea con la sua ripetizione circolare ed infinita un stato immutabile delle cose alimentando una sensazione di attesa.
Il suono descrive l'azione che a sua volta delinea un pentacolo di cui i felini sono i punti cardine.
La varietà di significati simbolici attribuiti al pentacolo, territorio di questa crescente tensione, dà al lavoro un alone di mistero. Rimane allo spettatore l'interrogativo se i felini siano le pedine di uno schema di guerra o di un gioco da tavolo o gli elementi chiave di un'insolita configurazione esoterica.
L'audio in loop letto da un Sintetizzatore Vocale ripete il seguente:
the lion who looks at the jaguar who looks at the lioness who looks at the tiger who looks at the cheetah who looks at…'
L'installazione comprende:
tavolo di legno dipinto 90X90X90 cm, 5 felini di plastica, audio in loop (file mp3).
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