Evoluzione

Evoluzione

Il progetto propone paradigmi atti a stimolare un’evoluzione positiva di pensiero e d’umanità e a sollecitare il fruitore dell’arte non solo a osservare e commentare, ma anche a mettersi in gioco, relazionarsi direttamente e partecipare attivamente sopratutto intellettualmente.
Ispirato dai tagli di Fontana, suggerenti spazi al di là della tela, mi sono avventurato nei plurispazi mentali ove collaborano conscio e inconscio e si realizza un fluire di pensieri e significanti che prende dinamicamente corpo nelle mie opere facendo pervenire alla logica delle sensazioni e idee organizzate, Cézanne si era fermato a dare staticamente corpo alle idee pervenendo alla logica delle sensazioni organizzate (fonte il filosofo Vozza).
La formazione universitaria mi ha portato a inserire nell’arte la visione della fisica quantistica (al festival della scienza di Genova è stato detto che essa modificherà il modo di pensare) e reti relazionali simili a quelle di internet e a effettuare un percorso artistico e di pensiero finalizzato a valorizzare ciascuna persona, a sostituire la logica dello scontro, che insanguina il mondo, con quella della collaborazione e ad aprire all’era della persona che ho denominato “Personarcato”, a un’era di pace e sicurezza rispettosa della dignità e delle differenze proprie di ciascuno e di concreta speranza, elementi base per un orientamento morale e per un proprio equilibrio nella società.
Nel 1999 ho creato il Plurispazialismo denominato poi anche Arte Simultanea, Arte Racconto, Arte Relazione, Arte Plurisenso e Arte Realistico-Strutturale, dopo essere stato allievo dello spazialista Matera, aver omaggiato grandi maestri per imparare tecniche e il tocco d’artista e i periodi Futurista e Surreale-metafisico.
Ho introdotto nell’arte la visione quantistica con la sua caotica indeterminazione probabilistica e sovrapposizione simultanea degli stati, per cui le opere plurispaziali si presentano come sembianti che rimandano sempre ad altro, suggeriscono soluzioni non definitive e aprono al racconto e come campi di forma con potenziale informativo (vedasi Bohm) e permettono così anche al loro fruitore di diventare un artista “io creatore” (oltre Van Gogh che aveva portato l’artista da riproduttore a un io creatore).
Al riguardo vedasi il dipinto Demian i cui elementi non già dati (le linee rosse possono essere interpretate come ovali, visi, petali di un tremulo fiore in sboccio, ecc e,
se correlate nella rete relazionale del quadro con la zona grigiastra,
possono essere interpretate come l’oscillare tra la felicità e la tristezza o come l’aggrapparsi al grigiore della vita, ecc) possono essere fatti collassare in vari modi dall’osservatore interagente col dipinto similmente a quanto previsto dalla visione quantistica e che naviga alla internet nella rete relazionale del dipinto. Egli, con la propria lettura e costruendo un senso, può inventare un proprio inedito racconto, creare proprie immagini del dipinto senza fissarsi su una determinata rappresentazione in quanto la natura del dipinto lo spinge a nuove soluzioni e a pervenire a una propria dinamica autostruttura. Evolvendomi sono pertanto passato da una pittura prevalentemente deterministica (dipinto Ulisse surreale metafisico per il critico Cordero) a una prevalentemente indeterminata e fluida (Ulisse plurispaziale) e da una cifra visiva a una più astratta e metodologica.
Per valorizzare ciascuna persona, non solo come artista io creatore e nella veste di fruitore dell’opera, ho realizzato un percorso artistico vertente sui temi: Umanesimo trascendentale con opere che, rifacendosi anche ai miti, evidenziano la capacità umana di dare ordine al caos e di sviscerare, nel rispetto del trascendente, il trascendentale che può apparire irraggiungibile (vedasi il dipinto Orfeo ed Euridice relativo al rinnovamento della verità raggiungibile se ci si distacca da verità ormai morte, ma a cui si è affezionati e attuato attraverso una germinativa danza destrutturante), Coscienza del sé e del connesso non sé con opere ispirate anche a scritti famosi che portano ad atteggiamenti consapevoli e responsabili (dipinto Siddharta ispirato a uno scritto di Hesse che stimola ad armonizzare l’io individuale col tutto cosmico) e Amore comprensivo e disinteressato con opere che ricordano anche vite emblematiche che aprono all’altro con condivisione e con la conversazione (Marie e Pierre Curie che, in un afflato d’amore e con unione di cuori e pensiero, generosamente misero a disposizione gratuita la loro radiante scoperta per il bene comune).
Questo percorso, che valorizza ciascuna persona con le sue singolarità e dignità, è stato implementato con istallazioni quali quelle delle serie Fabbrica relative a emozioni, giudizi, idee, pensieri e racconti. Sui loro palcoscenici ciascun osservatore, pragmaticamente operando, può scrivere su un quaderno posto su un tavolino le proprie emozioni, giudizi, idee, pensieri e racconti stimolati da dipinti plurispaziali e leggere gli scritti di altre persone e può così rendersi conto che collaborando non solo il quadro si arricchisce, ma anche se stesso, che la propria interpretazione non è l’unica valida e nemmeno deve essere intesa come verità per tutti, che collaborando si arriva sinergicamente a capire meglio e che ciascuna persona deve essere valorizzata con le proprie differenze, talenti e dignità.
In particolare le istallazioni Fabbrica di racconti stimolano la capacità di raccontare che purtroppo sta scemando e contribuiscono a rigenerare l’umanità; alla 1a Biennale della Creatività a Verona una di queste è stata esposta col tavolino costituto dall’imballo.
Il raccontare, facoltà promossa nell’ottica di valorizzare ciascuna persona, spinge ad andare oltre il semplice esprimere emozioni spesso deleterie, giudizi spesso facili e superficiali e idee spesso bloccanti su rappresentazioni e verso una rinascita dell’Umanità.
Si è riscontrato che gli operatori nell’istallazione Fabbrica di Racconti hanno avuto difficoltà a raccontare esprimendo invece emozioni e giudizi, sintomo di una società superficiale bloccata su slogan, cose e immagini oggettuali date, determinate e suscitanti facili giudizi ed emozioni anche accattivanti e spesso attirata dalla degenerazione.
Le cose, come dice Rilke, aspettano invece di essere decantate, raccontate e cercano un’ancora in esseri ancora più sfuggenti di loro.
Per far prendere coscienza della differenza tra emozioni, giudizi, idee e racconti, unendo i vari tipi d’istallazioni ho realizzato l’istallazione Da Fabbrica di Emozioni a Fabbrica di Giudizi a Fabbrica di Idee a Fabbrica di Racconti che, oltre a far apprezzare all’osservatore/operatore la collaborazione, traccia un percorso di crescita, facendo procedere dal più semplice esprimere emozioni che fa sentire il presente ai via via più difficili e volti al positivo, formulare giudizi che fissa il passato, creare idee che permette di pianificare il futuro e infine inventare racconti con i quali edificare l’avvenire.
Per stimolare la sostituzione dello scontro con la collaborazione, operando sul piano culturale e non su singoli fatti che lasciano il tempo che trovano, ho abbinato l’istallazione al dipinto Osservando le mentalità intrise della logica dello scontro al Museo d’Arte Moderna di Monreale a seguito del ricevimento del Premio Internazionale della Pace G.O.M.P.A. nel Mondo e della segnalazione alle Nazioni Unite. Nel dipinto sono pensosamente osservati i volti di mentalità bloccate su rappresentazioni e intrise della logica dello scontro, come apparirebbero se fosse loro tolto il dissimulante formalismo di facciata.
Ho denominato tale composita istallazione Dalla logica dello scontro alla logica della collaborazione e l’ho arricchita con le mie poesie Osservando le mentalità intrise della logica dello scontro e Sognando la pace. Il dipinto, inserito nell’abbinata installazione, s’intitola “Demian”, personaggio di Hesse che, raggiunta la coscienza di sé e del proprio inserimento nella realtà, diventa interprete della volontà della natura volta al nuovo, e, quale uomo del suo tempo intriso della logica dello scontro, vide nella guerra il mezzo per raggiungere il nuovo, salvo ricredersi dopo aver sperimentato gli effetti nefasti della guerra (sempre assassina), raggiungendo così anche la coscienza del connesso non sé, cioè degli altri e il rispetto della vita e della dignità di ciascuno.
Per coinvolgere maggiormente l’osservatore e fargli prendere maggior coscienza dell’opera ho creato le istallazioni Entrare nell’opera in cui l’osservatore può vedere la propria immagine riflessa su uno schermo e fusa con quelle di foto o filmati.
Tra esse l’istallazione I sentimenti in cui l’immagine dell’osservatore è fusa con quelle di 2 attori e, anche per l’azione dei neuroni specchio, si entra in uno stato di empatia con gli attori che esprimono vari stati d’animo in un filmato parlato di cui riporto i fotogrammi tristezza, sorpresa paurosa e riso insieme all’immagine di un osservatore.
Nell’istallazione Avvicinati e vedrai l’umanità disponibile all’ascolto è simboleggiata dall’immagine di 2 persone in atteggiamento accogliente, immagine che l’osservatore, dopo aver preso coscienza di sé vedendosi specchiato, avvicinandosi fa, secondo proprie modalità, gradualmente apparire fino a fonderla con la propria, egli entra così in sintonia empatica e s’immedesima maggiormente con tale umanità.
Questo percorso artistico evidenzia un insieme di paradigmi che porta a un’era valorizzante ciascuna persona con la sua dignità, che dà concrete speranze ed è foriera di pace e sicurezza.
Il sopraccitato percorso progettuale di valorizzazione di ciascuna persona e di rigenerazione umana sfocia nel dipinto Evoluzione: dal Matriarcato e dal Patriarcato all’era della persona (Personarcato) e oltre, dipinto che preannuncia un’era in cui vengono
superate divisioni e catalogazioni labili nel tempo e discriminatorie differenze sessuali; era in cui lo
scontro che insanguina il mondo è sostituito dalla collaborazione
integrata dall’amore comprensivo e disinteressato e rafforzata
da condivisione e conversazione; era di apertura all’altro e di una
felicità basata sul sentirsi ciascuno valorizzato con le proprie
differenze, talenti e dignità e in cui il pensiero, il cuore e il
linguaggio di ciascuno possano liberamente irradiarsi
accompagnati da un affettuoso e trasparente sorriso, era di pace
e sicurezza. Il quadro parte dalle origini dell’umanità e va oltre
l’attuale, facendo prendere coscienza di ciò che ci è stato dato e
delle potenzialità donateci. Evoca il lungo e tormentato cammino
umano con le sue continue rinascite e rigenerazioni verso
situazioni più evolute che hanno portato a miglioramenti e fatto
sperare in un mondo migliore e rievoca l’evoluzione umana dal
matriarcato, legato alla natura e in cui la madre era il
riferimento, al patriarcato con la nascita della legge e della civiltà, frutto del pensiero filosofico, e con la nascita dell’organizzazione basata anche sulla scienza e sulla tecnologia e pilotata da manager in giacca e cravatta sui quali pesano grosse responsabilità.
In questo panorama evolutivo verso un mondo migliore, verso una rigenerazione, una rinascita umana, hanno giocato, giocano e giocheranno un ruolo importante la scienza e la tecnologia, in particolare quelle bioniche, che, simboleggiate, campeggiano nel quadro in quel cielo che gli umani scrutano.
Scienza e tecnologia, mezzi atti a creare speranze di un mondo
migliore, che promettono anche la conquista di nuovi mondi e
la prosecuzione della civiltà umana oltre la realtà terrena, nel
virtuale e anche oltre la fine della terra in quell’universo
immenso che ci circonda col suo mistero e le sue meraviglie e
che ci fa sentire il divino. Un divino illuminante col suo bianco e
splendente chiarore se lo sguardo è volto all’infinito, infinito
simboleggiato nel dipinto Umano e divino del 2001 denominato anche La danza dell’infinito. Ricordo ancora l’istallazione Reale riflessione virtuale ovvero reale, riflessione e virtuale con o senza altro sul cui palcoscenico le persone possono interagire e creare un’opera
relazionandosi fisicamente e
intellettualmente tra loro e col contesto,
esse possono infatti vedersi, muoversi e
comunicare tra loro nel reale e vedere le
proprie immagini riflesse e virtuali su uno
schermo riflettente, situazione che le
spinge a rendersi conto dei propri gusci
protettivi e di incomunicabilità e a uscirne,
esse possono costruire in tempo reale
proprie identità attraverso l’interazione
con altre persone evidenziando la propria
soggettività. Reale riflessione virtuale ovvero reale, riflessione e virtuale con o senza altro Nelle mie opere, sia all’interno dei dipinti, sia tra le opere e gli osservatori, sia tra gli osservatori stessi sono presenti e si possono costruire reti relazionali che fanno sì che ci si può rendere conto del proprio modo di essere, si può riconoscere quello degli altri ed essere riconosciuti col proprio: ciascuno può così sentire di esserci; tali reti relazionali sono simili a quelle intuite da Heidegger e a quelle di internet.
Di conseguenza la mia arte plurispaziale è stata anche denominata Arte Relazione.
La relazione, con partecipazione attiva specialmente intellettuale, è parte costitutiva di questo progetto.
Vittorio Sgarbi in un suo libro nell’inquadrare storicamente la mia arte ne ha sottolineato il carattere intellettuale.
Il critico d’arte Giovanni Cordero, allorché ricopriva importanti incarichi presso il Ministero dei Beni Culturali a Roma, nella presentazione di un libro sulla mia arte ha scritto che essa è sia idiolettica sia socioletica, rappresenta un mondo al contempo irrazionale e razionale, un mondo caotico che reclama un ordine e che quanto ho cercato di esprimere nelle mie opere e scritti si può riassumere con le parole dello scrittore Saint Exupéry “È soltanto con il cuore che si può vedere l’essenziale, perché questo è invisibile agli occhi”.
Il critico d’arte Angelo Mistrangelo, all’inaugurazione di una mia personale patrocinata e sponsorizzata dalla Regione Piemonte, disse che la mia arte interpreta la società a me contemporanea e quella futura come fece a suo tempo il Futurismo (Corriere dell’Arte del 9.2.2007). Il Futurismo evidenziò la dinamica fisica di una società meccanizzata e belligerante, il Plurispazialismo evidenzia e sviluppa la dinamica mentale propria di ciascun componente di una società fluida che avanza non solo tecnologicamente, ma specialmente nel progresso di civiltà, che naviga virtualmente nella rete di internet aprente a democratiche relazioni, che apprezza la pace e la collaborazione e che valorizza la creatività di ciascuno favorendo progetti e iniziative nascenti e di startup.

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