Mani-e
Partendo da questi presupposti ho realizzato che mi era difficile esprimere la tensione e le emozioni di una persona soggetta a queste stereotipie attraverso qualcosa di fisso e statico, caratteristiche presenti nei miei precedenti lavori e per così dire sunto del concetto classico di scultura. Ho iniziato in questo modo a ragionare su un lavoro che, con l’ introduzione di un movimento monotono e continuo, fosse in grado di esprimere il giusto senso di disagio e di ossessione che era mia intenzione far trapelare; quale miglior rappresentazione allora se non la gestualità nevrotica della mano. Ho così realizzato un arto “automa”, con un meccanismo ispirato da quello dei carillon, intenta a tamburellare le dita.
La cosa che mi preme esprimere in questo lavoro non è il replicare esattamente il movimento che può fare una mano umana, ma il rumore che scaturisce dal ticchettio incessante delle dita di legno, obbligate in un movimento automatizzato, che scandiscono il tempo esprimendo uno stato d’ ansia figlio del nostro tempo.
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