UOMINI IN CIMA AD UNA SPINA DORSALE, CAMMINANO SU UNA PIAZZA

Installazione, Figura umana, Materiali vari, 74x135x41cm
“Uno specchio che illumina se stesso” Kitaro Nishida
Una spina dorsale che linearmente potrebbe essere di lunghezza pari ad una persona della mia altezza, che si rispecchia.
“rispecchia” è qui inteso nel senso di Nishida, ovvero “rispecchiare” significa lasciare che si costituiscano le forme.
Spina dorsale-Forma intesa come manifestazione di energia che è perennemente dialettica tra permanenza e mutamento, particolarmente rilevabile a seconda del raggio di inclinazione della fonte luminosa, per eccellenza il sole.
Nella costruzione della parte della scultura che, per semplificare, potremmo chiamare torre, sono in corso in circa duecento (200) variazioni verticali sul lato sinistro e altrettante sul lato destro; tenendo presente che circa ogni 4 pezzi, lembi di carta, hanno la stessa forma, si arriva ad un totale di 800 strati di carta per lato che nel loro configurarsi hanno dovuto tenere conto di tensioni e relazioni orizzontali oltre che verticali. Quindi una continua decidibilità non disgiunta da una tensione e da una particolare forma di meditazione.
Le varie sagome tagliate e poi sovrapposte verticalmente si sono agite nell’intento di costruire un’ ossatura spaziale dell’immagine della spina dorsale all’intorno di un vuoto, che c’è solo apparentemente; direi che c’è una trasparenza, una trasparenza-presenza. Parlerei, anche, di controllo, controllo delle varie forme, e contemporaneamente c’è la materia che cresce, si sussume, cioè si differenzia e si sviluppa. La materia ha la sua intelligenza, la materia Ti suggerisce cosa devi fare.
Guardando la “torre”, che è di base rettangolare, dal lato minore notiamo che l’orientamento curvilineo dell’incollaggio della carta è articolato simmetricamente, cioè la metà superiore è stata realizzata a parte e poi innestata con appositi paletti in legno nella parte inferiore. Questo procedimento è stato adottato per ragioni strutturali e di forma e per opporsi alla cosiddetta concezione arborescente della crescita, che vede in basso le radici, poi il tronco, i rami e poi le foglie.
Se noi seguiamo una interpretazione letterale, diciamo che la piazza è sopra la spina dorsale, ma se Noi ascoltassimo visivamente l’opera, come si ascolta un brano musicale (una nota segue o ne precede un’altra, ma nell’ ascolto totale dell’opera non c’è una gerarchizzazione delle note), tutto si darebbe scomposto ed unito simultaneamente. In realtà la piazza e gli altri elementi si compenetrano vicendevolmente a livello semantico, dando una contemporaneità di visioni che sono assolutamente scevre da gerarchizzazioni.
Gli elementi-uomini che camminano sulla piazza sono realizzati con filo di rame, rame che all’altezza della vita è ritorto in uno o più giri su se stesso, lasciando le braccia espandersi in diverse posture; posture dinamiche dove lo sfilacciarsi del rame in più trefoli lirizza gli ingredienti-incontri di una piazza. La contrapposizione geometrica tra il triangolo delle braccia / testa e il triangolo delle gambe / camminanti, leggermente ricurvo alla base, segue l’alternanza dilatatrice dello spazio verticale. Dei tre uomini che camminano sulla piazza ve ne è uno leggermente aggettante, sporgente dalla piazza; questa sporgenza del camminare corrisponde alla presenza a un piano inferiore di ruote fittizie; tali ruote le troviamo sulla prima lastra inferiore alla base della “torre”. Tale lastra ospita superiormente la parte tecnica a vista dell’impianto audio, due elementi che potrebbero fungere da pilastri della “torre” e i bulloni, con relativi dadi, che sostengono le ruote fittizie. Ai lati opposti delle suddette ruote troviamo gli altoparlanti. Questa disposizione risponde alla mia intenzione di indurre l’osservatore ad un movimento circolare e antiorario, comunque produce effetti audio particolari di straniamento, dato che il suono si diffonde sia davanti che dietro agli altoparlanti in modo differente e asimmetrico.
Il suono volevo che si coagulasse con le simultanee densità: densita’ delle materie usate, densità dell’immagine- sensazione, densita’ del senso.
La lastra direttamente sottostante la “torre presenta delle forme ottenute dalla traslazione sull’asse verticale di geometrie orizzontali. Tali forme, come ogni elemento, cercano di armonizzarsi con i vari elementi e potrebbero, in questo caso, sottolineare l’importanza della “profondità sulla verticale”.
I dispositivi tecnici dell’audio sono stati pensati così, cioè spogliati da infrastrutture, per suggerire una situazione di possibile pericolo. L ‘oggetto ruote, o meglio, il soggetto ruote, mi interessa dato che Ci troviamo dal punto di vista delle rivoluzioni antropologiche ancora nell’era della ruota, con tutto ciò che ne consegue. La ruota in sé mi si presenta, anche, con un’ immagine compassionevole, molto umana, ma con questo non credo di volerla antropomorfizzare, forse si tratta di una metamorfosi e di una trasparenza di senso.

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Commenti 11

alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
Please, read the texts following the chronological presentation time of my works
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
The technology used for the sound was designed to suggest a possibly hazardous situation indicated by the absence of any form of infrastructure. The wheel, whether seen as an object or a subject interests me because it suggests the anthropological developments represented by the invention of the wheel with all that followed on from it. The wheel itself, in my view, is also a very human construct, an image of compassion. However I wouldn’t want to anthropomorphize it too much; perhaps it represents metamorphosis and sensory transparency.
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
The sheet directly below the “Tower” is formed by crossing the vertical axis with the geometry of the horizontal shapes. As with every other element, these forms attempt to harmonise themselves with the others and in this case might highlight the importance of “vertical depth”.
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
. On the opposite sides of the aforementioned wheels we find the loudspeakers. The placement of these elements is a response to my desire to induce the observer to circle the piece in an anti-clockwise direction, thereby producing unusual sound effects and creating a sense of disorientation given that the sound arrives from both the front and the back of the loudspeakers asymmetrically and in various intensities.
The sound aims to coalesce with the levels of density simultaneously: the density of the material used, of the image-sensation and of the sensory intensity of the experience.
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
One of the three men walking in the piazza is slightly projected outward, jutting from the piazza; this overhanging motion corresponds to a level of false wheels below; these wheel-like elements are positioned on the first level below the base of “The Tower”. The upper part of this ‘floor’ hosts the visible elements of the incorporated audio technology forming the columns supporting “The Tower” and the nuts and bolts that hold the false wheels.
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
The figures that are seen walking across the piazza are made from copper wire, which is wound around the waist area once or more times leaving the arms extended in various postures; here the copper strands are woven together in a number of dynamic poses transforming the interactions typical of any piazza into an operatic melodrama. The contrasting geometric shapes formed by the arms/head and legs/motion, inclining slightly towards the base, provide a shifting perception of vertical space.
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
If we take a literal view of this piece we could say that the “piazza” is situated above the backbone. But if we ‘listen” visually to this work, in the same way in which we listen to a piece of music (which is to say not as a series of notes that follow one another but instead as one, complete work that is not dependent on the imposition of any kind hierarchy) everything is disconnected but at the same time united. In reality the piazza and the other elements meld into each other in semantic terms, giving life to a series of visions contemporarily, absent of any hierarchical aspects whatsoever.
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
the control exerted by the different shapes and at the same time, a material that grows, that feeds upon itself to take on new and different forms as it develops. The material has a mind of its own; it tells you what you should do with it.
Looking at “the Tower”, which has a rectangular base, we can see that on the smaller side the curved direction taken by the paper is symmetrical in its articulation – the upper half was constructed separately and then slotted into specially designed wooden slats on the lower section. This procedure was chosen for structural reasons as well as for its shape and to contrast the so-called arboreal concept of growth that would normally expect roots at the bottom, followed by branches and finally leaves.
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
The various shapes, first cut out and then placed vertically one on top of the other act in concert to build up a bone-like structure that is the image of a spine only apparently suspended in space; I would describe it more as a transparency, an ethereal presence. I would speak about control;
alex  zaro
10 anni fa
alex zaro Artista
In the construction of the part of the sculpture which, to simplify matters, we will call “The Tower” there are approximately two hundred (200) variations in the vertical plane on the left and the same number on the right; bearing in mind that each piece consists of four sheets of paper with the same, identical shape, what we have is a total of 800 layers of paper on each side which have been positioned bearing in mind tensile necessity and their position in relation to the horizontal as well as the vertical plane. This requires, therefore, a continuous series of decisions which cannot be separated from sensation of tension and a very specific meditative state.

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