Perso in un pesce d'acqua
L’opera simula una perdita d’acqua dal soffitto di una stanza. L’acqua non si disperde a terra ma viene raccolta all’interno di un bicchiere di vetro, al cui interno è contenuto del latte. Se ci poniamo di fronte all’installazione, attraverso la presenza di una videoproiezione, il bicchiere appare parzialmente riempito di acqua, sulla quale, in modo casuale, cadono gocce piovute dal soffitto. Il movimento dell’acqua provoca l’animazione della silhouette di un pesciolino che si muove all’interno dell’ombra generata dal fascio di luce sul bicchiere e che riproduce un pezzo di fondale marino.
Guardando l’installazione si è avvolti in un dimensione ibrida che, attraverso la separazione tra l’immagine ed il suo supporto, crea una condizione di dissonanza cognitiva e sensoriale tra contenitore e contenuto. Utilizzando la scomposizione e ricomposizione del linguaggio visivo, si delimitano le condizioni per una riflessione attorno all’idea di spazio, tempo, finzione e delle molteplici convenzioni linguistiche dei diversi livelli visivi, semantici e di sintassi.
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