KALSH
La “violenza invisibile” che è presente, lontana come un’eco eppure incombente, sul personaggio di Kalsh, è quella dell’esproprio, della violazione dello spazio domestico, della propria intimità, in nome di un confine inesistente, imposto, impossibile da capire.
Incomprensibile soprattutto agli occhi di una ragazzina, in cui vive una creatura che dà la forma alla paura, e che cerca di rialzare un corpo che non ha più una presa sul mondo.
“Kalsh da Kalashnikov. Un’arma che ha reso combattente anche una scimmia”.
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