Li chiamano amori malati, i protagonisti recitano sempre, inesorabilmente, lo stesso copione fatto di rabbia repressa, debolezza, paura, solitudine, fino alla resa dettata da una disperazione che trova il proprio consueto epilogo nella tragedia, nel sangue, nel gesto fatale, quello spinto a conseguenze estreme. Chi ti ama non ti massacra di botte.
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celeste,
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