Domenica

Nati dall’errore calcolato della sperimentazione empirica, i lavori di Tommy Bonicelli palesano la doppia metafora dell’evoluzione e del cambiamento.
Evoluzione continua dell’artista nella sua maturazione personale e professionale.
Evoluzione del tempo e della memoria, che da esso è inscindibile, attraverso l’esempio edificante del viaggio.
L’immagine come frammento di un ricordo del viaggio intrapreso, di un ricordo visivo del luogo vissuto e visitato che non svanisca e si corrompa, ma che continui a vivere nell’eternità della memoria.
Complici di questa eternazione delle immagini mnemoniche, la fotografia e la colla diventano i componenti principali dell’opera di Bonicelli; un opera che mira al censimento metodico dei monumenti e dei complessi architettonici, riprendendo e stravolgendo in chiave contemporanea il lavoro similare svolto dai fratelli Alinari nei primi decenni del Novecento.
Medesima impostazione dell’angolo prospettico tramite l’utilizzo di un punto di vista quasi sempre medio-alto che tende quindi a conferire al monumento una connotazione oggettiva, e medesimo intento quasi da catalogazione.