Mother
Il disegno, assai evidente dai contorni, distingue gli spazi e le campiture ma il cromatismo, soffuso e cangiante all’interno di ogni area, rende l’intera scena pittorica come una percezione di un che assorto e meditativo. Tutto è sospeso e trasparente, tutto si muove in un dinamismo volatile e composto in cui le figure sembrano fluttuare in assenza di gravità e lieve ci avvolge la sensazione di star immersi nell’aura di un silenzio in cui si fa parlante l’opera attraverso il senso, sotteso all’immagine, secondo un procedimento che non ci vietiamo di definire di ordine semantico-evolutivo.
In “Maternità”, il messaggio dell’artista, più che la messa in vista di una madre qual che sia, traduce il concetto totalizzante immanente nell’alta e misteriosa funzione della genitura, nella femminilità che sola sa gestire la vita. L’anonimato, infatti, della figura che avvince al seno tre creature, è, secondo la nostra personale riflessione semantica ed estetica: o la cifra dell’archetipo un’iniversale della “Grande Madre”, lo stesso che la civiltà greca espresse nella figura della “Diana di Efeso”; o la rappresentazione di una “caritas” piena e aperta che soltanto una madre è capace di vivere ed elargire; o un monito a questa moderna società che fa dell’abbandono del neonato un esercizio di diritto. Se questa nostra terza riflessione fosse l’idea che quidò l’artista, noi non potremmo che dichiararci con lui in piena sintonia. Per quanto attiene al piano estetico/tecnico, valga quanto sopra detto.
Prof. Luciano Pranzetti - Roma 28.10.2014
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