Family Archaeologies
La casa di famiglia è soprattutto il luogo delle origini, dove sono passate e hanno vissuto generazioni, e che si è trasformata, in parte, nel tempo, insieme a noi che l’abbiamo vissuta. Le assenze, di persone ed oggetti che non si trovano più nella casa, diventano presenze malinconiche.
Il progetto, che si concretizza nella realizzazione di un libro d’artista e in una installazione nella quale vengono esposte le fotografie, gli oggetti e tracce sonore e video degli abitanti della casa e del borgo appenninico nella quale la casa si trova, è suddiviso in tre parti che si compenetrano simultaneamente, scardinando l’ordine temporale, che vengono proposte in questa a-sequenza temporale anche nel libro.
Nella prima si compie un viaggio interiore, un sogno, dove il passato si mescola a un presente recente e viceversa, attraverso i luoghi e gli oggetti della quotidianità e la ricerca dei segni lasciati sulle pareti dalla memoria vissuta. Ricorrono immagini di donne, di bambini che hanno abitato in quella casa e di relazioni familiari, rappresentate principalmente dal rapporto madre-figlia, in quanto relazione che rappresenta il nostro essere venuti al mondo, la nascita, di cui non abbiamo memoria, e dal rapporto nonna-nipote.
Nella seconda e nella terza parte si intrecciano, attraverso cartoline e agendine, gli inizi degli amori, in quei luoghi e tra quelle mura, tra Zelinda Evangelisti e Galeazzo Lorenzini negli anni Dieci del Novecento e di Tosca Lorenzini e Goffredo Lenzi, negli anni Trenta del Novecento. Della storia d’amore tra i genitori di Zelinda, Giacomo Evangelisti e Maria Vivarelli, nata nel 1850 e soprannominata la Bersagliera, non è rimasto niente: solo le fotografie che li ritraggono, separatamente, le prime fotografie degli abitanti di quella casa, la casa di famiglia.
Commenti 0
Inserisci commento