"Venerdi Santo"
Dalla mia autobiografia
Ricordi d’infanzia
Poco prima della guerra il museo di Lucerna organizzò, con il contributo del Prado di Madrid, una mostra sulla pittura spagnola. Avevo quattro anni e mio padre – non so per quale motivo, forse perchè non aveva in quel momento una governante a disposizione – mi ci trascinò. Fece bene. Durante il viaggio di ritorno, come segno di amore precoce verso Velasquez e company, mi scappò la pipì sul bel catalogo della mostra. Fortunatamente era un libro rilegato in lino, in modo che le fotografie dei quadri non si ingiallirono.
Dopo quella pisciata – a parte le numerose visite nei musei con papà – non mostrai più nessun interesse particolare per la pittura; anzi a scuola, nell’ora di disegno, non andavo mai oltre la sufficienza, un voto che si dava per pietà alle schiappe, per non far loro ripetere l’anno.
Mi rimangono però due ricordi, legati all’arte: il primo è lo schiaffo tremendo che il professore di disegno, Schoenholzer, mi mollò quando mi scoprì a leggere un romanzo durante la sua sacra lezione . Traballai dal mio pulpito ...
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