"(De)Compositions - Metaphor of Life"
Questo progetto racconta una mia ricerca che parte dalla fotografia di architettura per raccontare in forma di metafora due storie: a) la storia della nostra capacità di trasformare, nel bene o nel male, l’ambiente in cui viviamo; b) la storia della continua evoluzione della personalità di ciascuno di noi, attraverso scomposizioni e ricomposizioni delle nostre emozioni ed esperienze di vita.
La mia ricerca inizia fotografando paesaggi di architettura contemporanea. Sfruttando particolari prospettive di scatto e comprimendo la profondità del luogo attraverso un forte zoom, trasformo i paesaggi di architettura contemporanea in geometrie astratte, nelle quali profondità e tridimensionalità del luogo originario spesso svaniscono del tutto. Ma poi, utilizzando le stesse forme geometriche che compongono la fotografia, realizzo installazioni in plexiglass e sculture in vetro nelle quali recupero, ma reintepretandola, la tridimensionalità del luogo architettonico originario.
Il percorso parte dunque dalla tridimensionalità architettonica per approdare alla bidimensionalità di una fotografia astratta geometrica, per tornare poi di nuovo alla tridimensionalità di installazioni in plexiglass o di sculture in vetro formate dagli stessi elementi geometrici che componevano la fotografia.
Il risultato di questa profonda trasformazione è dunque un luogo diverso da quello originario, ma fatto con i suoi stessi mattoni: un altro ambiente, o una nuova e diversa persona, ma sempre della stessa materia originaria.
E' un circuito concettuale nel quale si possono probabilmente cogliere reminiscenze di artisti come Malevic, Mondrian, El Lissitsky, Rothko, Peter Halley, ma anche di psichiatri come Freud, Jung e altri.
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