DELOCATION
Il12 maggio 2013, presso l’Anfiteatro “Senatore Ciccio Franco” di Reggio Calabria, si è svolta, per l’intera giornata, l’attività performativa-laboratoriale DELOCATION. L'happening ha coinvolto numerosi studenti della facoltà di Architettura e Acc. di Belle Arti di R.C. insieme ai vari passanti e curiosi.
L’istallazione DELOCATION, svincolata dalle vicende locali che l’hanno generata*, rimanda ad una più ampia riflessione sui significati dell’abitare. Ci chiede di considerare quelle strutture trasparenti ma assolutamente indispensabili che reggono l’ambiente familiare: le relazioni affettive con le persone, con le cose, gli spazi, i luoghi. Patrizio Raso indica un percorso per ripensare la città attraverso un’opera di ricerca-azione dal forte approccio metariflessivo. Il pubblico è invitato non solo ad interagire con l’opera ma ne diviene co-autore ed opera stessa.
L’opera non finisce nel tempo dell’happening ma prosegue amplificandosi nella memoria collettiva di coloro che hanno creato lo spazio interiore per esser segnati dai segni delle Azioni condivise. È l’idea dell’arte per la gente e con la gente che, nelle vie delle Azioni generi relazioni, reazioni e segni per immaginare disegnando una città più democratica e partecipata.
La riflessione e la condivisione divengono l’immagine stessa dell’opera, la superficie di lavoro. L’intervento estetico è nell’immaginario collettivo. Un immaginario ferito che ha bisogno di essere guidato, aiutato, difeso dall’azione lenitiva dell’Arte.
L’happening segue le tracce di QUATTRO AZIONI.
DI-SEGNO COLLETTIVO - RiDiSegnare la città collettivamente per riappropriarsi degli stessi luoghi superando le visioni personali. Divisi in gruppi da cinque, gli studenti lavorano sulle diverse aree-quartiere assegnate. Sono i bordi di queste aree a generare i conflitti. Questi rappresentano le periferie, i margini di ogni città. La città ri-di-segnata collettivamente riappare secondo un agire democratico e partecipato.
DELOCALIZZAZIONI GRAVITAZIONALI - Sacchi dell’immondizia volanti come sfondo reale di una innaturale gravitazione. La città vive disagi sociali dei quali percepiamo solo lo sfogo di superficie.
GIOCHI DI POTERE - Omologate nella forma e nella dimensione le case-pedina sono oggetti di facile consumo: hanno perso le loro peculiarità di residenza famigliare. Il loro aspetto è sconvolto sono state rivoltate come calzini, l’interno spogliato nella sua intimità è divenuto esterno e l’esterno con i suoi pericolosi inconsci è entrato incontrollato all’interno.
Le case/pedina sono in buona parte luoghi del vissuto del loro autore, stanze che rivivono per resistenza mnemonica. Sono luoghi privati che persistono nel tempo perché affettivamente importanti. Ed è proprio questa dimensione affettiva che non viene presa in considerazione nei giochi di potere.
La città è il tavolo da gioco sul quale spostare le case-pedina. In questa scacchiera, il pubblico gioca a dama esercitando a turno i “giochi di potere”. Il cittadino si avvicenda sull’area determinando col gioco il cambiamento costante della disposizione delle case/pedina, inscenando nuovi assetti urbani come riflesso del potere di chi ha avuto la meglio.
ESECUZIONE FORZATA - Le ombre dei palloni di spazzatura sospesi si proiettano tumultuosamente sul grande tappeto verde. Irrompono militari, si schierano attorno al mostro di palloni-spazzatura svolazzante: uno di loro dà il comando di sparare. Ora tocca riordinare le strade.
*Il Titolo dell’opera si riferisce alla triste vicenda del 2007, quando l’allora amministrazione comunale di REGGIO CALABRIA decide di “forzare” l’attuazione del programma DELOCATION ROM provocando il conseguente fallimento del progetto. L’operazione è stata trasformata in una massiccia rimozione/deportazione forzata di decine di famiglie rom alloggiate-confinate fuori città.
Per ulteriori info ed immagini si rimanda al link del profilo personale: http://www.premioceleste.it/opera/ido:340155/
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