Milano 20129/20124: "discorso intorno a un coffee-table"

Milano 20129/20124: "discorso intorno a un coffee-table"

Progetto: 1 installazione e 9 fotografie digitali.
L’installazione è la riproduzione fedele del micro ambiente che ha costituito il setting fotografico. Siamo in un bar della Milano 20129.
L’installazione è stata prodotta con i materiali originali, dal tavolino alle sedie, e a tutti gli accessori per un coffee-table apparecchiato per una anonima pausa-pranzo. La scena vuole rappresentare la realtà di un pranzo già consumato con gli oggetti pronti per essere gettati via o lavati, perché sono loro i soggetti degli scatti.
La semplicità e l’assoluto anonimato della scena ricreata con l’installazione del tavolino rendono immediatamente visibile il contrasto visivo con le immagini che appaiono negli scatti fotografici.
L’enorme differenza tra le due realtà induce l’osservatore ad interrogarsi e mettere in discussione il proprio focus visivo, portandolo a ricercare nei suoi occhi gli scatti dell’artista. Per fare questo l’osservatore sarà costretto a interagire cinestesicamente con la spazialità dell’installazione e a modificare l’assetto posturale del proprio corpo per cercare visivamente ciò che appare nelle foto.
C’è una realtà visiva riconoscibile e condivisa: il tavolino. E c’è la realtà visiva proposta dell’artista, non riconoscibile e non condivisa: la “Hidden Beauty”, falsamente soggettiva perché gli scatti non sono ottenuti attraverso una manipolazione della realtà, nemmeno in post-produzione. Le immagini sono il risultato della capacità percettiva sinestesica dell’autrice. A differenza di una macchina professionale la piccola IXUS 107 semplicemente non si oppone, e scatta.
Le immagini non sono artefatti digitali, anche i colori sono reali. Sono esperimenti di FotoSinestesia percettiva condotti appositamente con una piccola macchina compatta per dimostrare che la bellezza non è nello strumento tecnico ma negli occhi di chi guarda.
E’ il doppio focus della capacità percettiva sinestesica dell’artista che permette di vedere la bellezza nascosta dietro l’apparire della bruttezza. Proprio come accade con i pazienti in psicoterapia. La sensibilità della sinestesia integrata permette di vedere la bellezza della persona, la sua parte sana e divina celata, ma viva, dietro la bruttezza dei sintomi e della sofferenza esistenziale, per poi farla riemergere.
E’ anche per comunicare visivamente tutto questo che è nato il Progetto Milano 20129/20124 della ‘Bellezza nascosta’.

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