Crossings time
Quando riguardo Crossings time, ogni volta che mi capita di guardarla, mi perdo, mi perdo ancora. Mi lascio rapire dalle linee, mi confondo. La serialità di questi passaggi cromatici, tra il bianco e il blu, mi fa “muovere” e pensare ad altri luoghi. Non è lo spazio che vedo, infatti, ad interessarmi, ma è quello che la tela mi suggerisce che mi attrae.
Forse inconsciamente sono portato a giustificare, quasi, la presenza del vuoto che caratterizza questa fase della mia ricerca.
I due personaggi sulla sinistra, anche loro, sono lì per giustificare il vuoto, ma sembrano scappare via. Ci sono, ma se ne stanno andando non si sa dove, pur di evadere. Li ho messi lì perché evadessero da una posizione, da quella vita vuota e sempre uguale, fatta da azioni e cose che si ripetono quotidianamente, sempre nello stesso modo, che molti conducono.
Crossings time, è la ricerca di equilibrio al di là della tela, anche nel niente, forse.
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