DIALOGUE WITH MY CENSOR
Una stringa di immagini ipnotiche proiettano un'ambiente irriconoscibile. Il luogo è semplicemente una scelta espositiva che scorre come i nostri discorsi interiori quando assorti dal pensiero. L'intenzione è quella di fondere lo spazio con l'osservatore. La goccia sonora di sottofondo scandisce il ritmo crescente. Le voci spettrali portano a un confronto chiaro e forte nella nostra memoria. L'artista e l'osservatore devono necessariamente condividere gli stimoli che l'ascolto e la proiezione provocano. Si innesca così una forte empatia e un'ambiente interattivo.
La dialettica induce lo spettatore a leggere la mia mente, i miei vincoli e le mie paranoie. Una specie di seduta psicoanalitica o un rituale terapeutico che penetra nel profondo. Un'indagine con l'Io e gli stati psichici dell'inconscio volto a scoprire i nostri lati bui e i nostri sentimenti più nascosti. Una visita ai confini tra il proibito e il male.
Un lavoro di caratura intimista, che sollecita i sensi ed esamina i nostri conflitti, i nostri disagi e i nostri traumi. Uno studio su codici e limiti culturali che la società determina e a cui siamo sottoposti. I nostri tabù e le nostre proibizioni imposte sia dall'interno che dall'esterno. Riflessioni che intendono rendere visibile e percettibile ciò che non si vede...il nostro comportamento ipercritico.
Alla fine c'è una sorta di riscatto, spirituale e cerebrale, per combattere le paure e le barriere mentali strazianti tra il me e la realtà.
Il video prevede una proiezione che si focalizza sull'angolo tra due pareti per evidenziare la dualità dei contenuti all'interno dell'opera e casse acustiche distribuite nello spazio espositivo per avvolgere lo spettatore.
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