Apocatastasi

Apocatastasi

Apocatastasi fa parte di una ricerca più ampia e composita che Valentina conduce da anni intorno e all’interno del corpo e del suo progressivo disfacimento.La malattia in tutte le sue forme, gli accadimenti accidentali, i traumi, sono condizioni su cui si sofferma l’artista, attratta dall’inesorabilità degli attimi fatali e contingenti che spesso diventano punti di svolta, modificano il corpo e ne disegnano un nuovo percorso. Questo interesse si fonde con quello altrettanto vivo verso un corpo che si piega naturalmente allo scorrere del tempo. La vecchiaia. La rinascita.
La ciclicità del tempo e della natura sono cardini centrali nella ricerca dell’artista. Dall’embrione che nasce nel liquido alla visione di una vecchiaia che disfa il corpo e lo trasforma, l’artista evidenzia nelle sue creature la tensione a ritornare ad una condizione primigenia, ad un humus ancestrale che prima li genera e poi li accoglie e ristabilisce l’ordine.
L’acqua è il materiale primario di cui sono composte queste creature (molto più di noi ). Stesa con una parte di china o pigmento, per acquistare visibilità e carattere, l’acqua si diffonde e cola, il corpo si ammolla. L’artista gestisce la direzione dell’acqua e le forme che essa compone muovendo il foglio, suggerendo la via. Gestire il caso una volta accaduto l’imprevisto. Se l’acqua prende una direzione autonoma e incontrollata, il disegno senza perdere forza e centralità, si adatta e comprende l’incidente.
. Il magnetismo che si crea si muove in equilibrio precario tra la dimensione panica degli abissi e una certa voglia di leggerezza, un divertissement che mette in scena piccoli esseri con antenne, più simili ai pesci/anfibi che agli umani. I bellissimi colori allegri ci colpiscono per la loro vitalità, da lontano ci catturano per la loro energia. Per poi scardinare ogni sicurezza e bien etre quando ci avviciniamo.
Attesa, implorazione, pietà, disfatta, sgomento, rassegnazione, rabbia, paura. Gli occhi sono trasparenti.
In dialogo serrato con chi li sta guardando.
Alla sfera relazionale che connetteva le creature realizzate a china si sostituisce una relazione che si stabilisce con lo spettatore. La richiesta di un contatto visivo è molto forte, dal basso verso l’alto.


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