«Virtus inoboedientiae»

«Virtus inoboedientiae»

Tecnica mista: Reliquiario seicentesco decorato con rappresentazione, ad acquarello, di Eva nel Paradiso Terrestre su motivo di scuola romantica del secolo XIX, teschio (riproduzione osteologica in resina poliuretanica) e vera pelle di Crotalus adamanteus (serpente a sonagli), mela in ceramica dipinta ad acrilico, 2015.

"Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza." (Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato, 1975). Tutte le reliquie sono vere, in un modo o in un altro. Dal momento che è la fede dei popoli ad attribuire alle reliquie un valore di verità (non esse che fanno vera la fede), anche questa tra le altre, può trovare una sua ragion d'essere come tributo al serpente che ci ha donato una splendida umana virtù: la disubbidienza.

I simboli e i riti religiosi incorporano "sacri tabù" che sono considerati intoccabili. È in grado la società moderna di accettare un atto dissacratorio?

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Commenti 1

Angelo Zani
8 anni fa
Angelo Zani Artista
“Nella lettera ai Romani Paolo di Tarso mostra come sia l'esistenza stessa della Legge a fare esistere il peccato. Senza la Legge non vi sarebbe né senso della trasgressione, né senso di colpa. È quello che accade nel mito biblico di Adamo e Eva di fronte all'albero della conoscenza: il sonno pacifico della loro innocenza viene interrotto dall'introduzione di un divieto che impone la definizione di una soglia che non si deve valicare. Ma l'effetto di questo divieto non è quello di spegnere il desiderio trasgressivo, ma di alimentarlo insieme all'angoscia che comporta il dramma inedito della scelta … Il che significa che la Legge non è semplicemente un antagonista repressivo del desiderio, ma lo alimenta continuamente.” (M. Recalcati “I tabù del mondo” la Repubblica 2 Gen 2016)

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