Don Divo Barsotti celenra un matrimonio
A Monteveglio conobbi nel 1967 don Divo Barsotti . Era, a quel tempo, la guida spirituale di don Giuseppe.
In occasione di una mia mostra nella “Sala Gonelli” a Firenze venne a vedere i miei quadri, allora solo piccoli paesaggi. Gli piacquero, si iscrisse nel mio libro di mostre e mi invitò a Settignano, dove abitava in una villa, “Casa San Sergio”, trasformata in un piccolo monastero. Durante la mostra a Firenze, e anche dopo, andai diverse volte a trovarlo, e fui sempre accolto fraternamente; una volta andai anche con mia madre.
L’inizio di questa amicizia si ruppe però bruscamente in occasione di una riunione domenicale della sua Comunità a Firenze, alla quale ero stato invitato. Eccetto un altro giovane e me, vi parteciparono solo donne. Non mi ricordo assolutamente l’argomento che don Divo trattava quella volta e quali delle sue parole mi spinsero a intervenire e a contraddirlo. Se l’avessi conosciuto meglio, forse, ma solo forse, mi sarei trattenuto. “Taci! – gridò – non capisci niente. Vattene!”. Forse non mi voleva cacciare, ma in effetti mi cacciò.
A me, montagna d’orgoglio, non si poteva parlare così e non mi passò per la mente che
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