Sudari
La pelle è una superficie d’indagine, mezzo di conoscenza, unità di misura e comprensione dell’essere umano, da sempre presa in considerazione e presente nell’immaginario degli artisti di ogni epoca. Nel mio lavoro ho preso in esame come epidermide universale reti e teli che vestono palazzi e ponteggi. I soggetti di questa ricerca negano apparentemente se stessi, ma quello che potrebbe apparire come azione di occultamento, in realtà serve a mostrare altro e a suggerire una lettura ampia degli eventi. Nel nostro paese ricoprire un’abitazione con questi teli significa che è in corso un restauro per ripristinare una precedente condizione dell’edificio deteriorata dal tempo. Ricoprire la propria casa con queste metaforiche pelli nei paesi in guerra indica, invece, la volontà di proteggersi dalla mira dei cecchini. Dalle immagini emerge un continuo interrogarsi sui fatti del tempo e dell’esistenza: che cosa resta di ciò che scompare? Cosa perdura quando nulla rimane? Cosa vi è già in essa di ciò che verrà? Da questi Interrogativi una cosa risulta evidente: abbiamo problemi con l’assenza.
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