Panorami di Venere
Fin dai primi giorni della fotografia, il corpo umano ha affascinato innumerevoli fotografi, sia professionisti che dilettanti, come oggetto di studio. Da quei tempi passati fino ad oggi vi è una grande quantità di lavoro raffigurante il corpo nudo per scopi molto diversi per esempio nello studio del movimento di Muybridge, Nude Men (1877), l'approccio artistico al corpo femminile di Stieglitz, Torso (1919), nelle donne ritratte da Trine Sondergaard in Ora che siete miei (1977) o nel tema Eros e Thanatos che è stato centrale nella maggior parte delle opere di Nobuyoshi Araki.
Si può anche dire che l'immagine del nudo è una delle più controverse nel campo della fotografia e questo è molto legata alla veridicità dell'immagine fotografica, perché è questa somiglianza che innesca potentemente e permette alla fantasia sessuale e al desiderio di prendere posto. Che il corpo sia stato fotografato per le sue proprietà formali, o per la sua dimensione sensuale, pochi soggetti sono più coinvolgenti della fisicità del corpo di un essere umano, l’uomo sembra essere programmato sia mentalmente che emotivamente fin dalla prima infanzia ad essere particolarmente sensibile alle immagini del corpo. Se trattiamo questo argomento in un classico senso formale, o astrattamente, il nudo non è mai soltanto denotativo. Il nudo ha sempre avuto significati connotativi. Ci sono stati e ci sono attualmente numerosi approcci diversi per fotografare il corpo umano come ci sono differenti modi per interpretare o comprendere queste fotografie.
La forma umana, come una creazione della natura, è stata spesso citata come fonte di bellezza e di ispirazione per gli artisti. Per gli architetti, il corpo diventa una forma di spazio. Come il primo rifugio in cui lo spirito umano abita, è in sostanza il blocco di costruzione dello spazio architettonico. Corbusier, per esempio, ha sostenuto questo con il concetto di “Modulor”, una gamma di misure armoniose per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all'architettura e alle cose meccaniche, come fece Leonardo da Vinci, con il suo Uomo Vitruviano, e altri prima di lui.
La nozione del corpo come paesaggio tuttavia, espande il concetto del corpo come spazio oltre l’architettonico, come una scala di misura quasi infinita.
Queste immagini, creano contemporaneamente un ritratto della forma umana che è affascinante nei suoi dettagli, ma sono anche un estratto di quello che si vede del corpo, fino a che non assomiglia a qualcosa di completamente diverso.
Le immagini forniscono una finestra sulla nostra anima, che riflette la nostra curiosità sul corpo umano e la nostra sensualità.
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