The amazing bicycle (La bicicletta straordinaria)
Quadro 1: “Composizione andante-adagio” 2014 (50x100 cm - 19.7 x 39.4 in)
Il percorso inizia nel campo dell'astrazione, concepita come pura ricerca di armonia, di equilibrio sia sulla tela che in senso psicologico, volendo esprimere uno stato ancestrale di innocenza e di pace.
Quadro 2: “Forma-pensiero al pascolo” 2014 (70x60 cm - 27.6 x 23.6 in)
Questa condizione idilliaca, qui si manifesta in una visione surreale in cui una forma-pensiero astratta è sospesa in un pascolo idealizzato, in una primavera senza tempo. Ma questo contesto ottimistico e sereno presto si incontra e si scontra con il dato tragico dell'esistenza.
Quadro 3: “La notte, la città e la montagna” 2015 (70x50 cm - 27.6 x 19.7 in)
Ecco che la natura, alterata nei suoi equilibri dall'essere umano, si fa minacciosa. Si insinua quindi l'angoscia. La città osserva, ed è osservata, da due entità che la sovrastano: la notte e la montagna. Questi sguardi reciproci sono carichi di una tensione drammatica e che incombe sulla città.
A questo punto l'artista coglie la necessità della figurazione espressionista, che si affianca e si fonde all'astratto anche nelle successive tele.
Quadro 4: “Apparenze e io interiore” 2015 (80x60 cm - 31.5 x 23.6 in)
Giunge la crisi tra l'io interiore e l'apparenza; si può riconoscere nel quadro il capo multicolore di un volatile, ovvero le apparenze nel mondo delle relazioni, per le quali la società oggi pone modelli sempre più esigenti. Ma si ravvisa nella stessa figura anche un volto femminile, parziale, stilizzato, segnato da una x che lo cancella (cit. Klee “von der Liste gestrichen” 1933). E' lo sguardo dell'Io interiore, assorto e perduto nel proprio dramma esistenziale.
In alto si affaccia un pesce stilizzato che guarda l'osservatore indicando la figura centrale; rappresenta il "dicitore, figura della pittura manierista che è testimone e tramite rispetto al pubblico" (cit. Bonito Oliva). Lo troveremo in varie forme in altri quadri.
Quadro 5: “Oppressione” 2015 (50x70 cm - 19.7 x 27.6 in)
Si aggiunge un altro tipo di angoscia, quella dell'oppressione politico-economica. Viene qui resa in modo espressionista in un mostro di arti e fauci dentate, agitati nell'atto di dare ordini e minacciare, mentre schiaccia i fiori di Crocus Sativus, simbolo di vita pacifica e della preziosa libertà.
L'essere ha un doppio sguardo, un occhio guarda avanti e in alto, come verso un obiettivo teorico e ignoto a cui tende, l'altro guarda in basso con odio, verso le realtà che distrugge nel suo agire implacabile.
Quadro 6: “L'ultimo ossequio” 2016 (40x30 cm - 15.7 x 11.8 in)
Ma l'oppressione assume anche un altro volto, fatto di sopraffazione sociale raramente esplicita, più spesso esercitata attraverso la gerarchia lavorativa o il livello socio-economico. Vediamo un mite volatile in primo piano che si inchina timoroso al passaggio del coccodrillo in un saluto ossequioso e forzato. Notiamo una figura quadrangolare e accigliata, (il testimone che già abbiamo incontrato), che qui indica all'osservatore la volontà di ribellione che sorge nell'oppresso. Forse sarà l'ultimo ossequio?
Quadro 7: “Volevano venire in Europa” 2015 (60x80 cm - 23.6 x 31.5 in )
Un'altra tragedia quotidianamente ci viene riportata dai media: L'Europa che esprime un sostanziale rifiuto all'accoglienza dei migranti che fuggono da indicibili sofferenze. Uomini, donne e bambini.
Il sole, che si alza ogni giorno su questo scenario, viene quindi immaginato sconvolto nell'espressione e nei colori, con mani infantili con le quali cerca inutilmente di non vedere l'orrore. Le figurine diafane e subacquee in basso, rese con lo stile del disegno dei piccoli, si affollano intorno ad un pallone da spiaggia, che però è illogicamente sul fondo del mare.
Ma ecco, si avvicina amichevole, solo un pesce, citazione esplicita di “der Goldfisch” di Klee, è come un araldo, un simbolo dell'arte europea che li accoglie e li saluta, su di un piano diverso di quello materiale in cui sono stati rifiutati.
Quadro 8: “Giochi nel vento” 2016 (80x60 cm - 31.5 x 23.6 in)
Anche gli echi tremendi della storia del XX secolo creano sgomento, e la riflessione esistenziale si confronta, giustamente anche oggi, con l'orrore dei campi di stermino. In una atmosfera tetra, solo i giochi (rigorosamente dell'epoca) mantengono un pallido colore, mentre lentamente salgono nel fumo, seguendo chi li ha amati.
Quadro 9: "Chi sei tu, Arlecchino ?" 2016 (35x45 cm - 13.8 x 17.7 in)
Dopo tutto ciò, l'interrogativo si fa pressante: Arlecchino, in questo contesto simbolo di ogni essere umano, vede con inquietudine le sue tre ombre divenire maschere, che silenziosamente lo interrogano: "Chi sei tu, Arlecchino ?"
Quadro 10: “La bicicletta straordinaria” 2016 (100x70 cm - 39.4 x 27.6 in)
Una delle risposte, può essere trovata nell'arte.
“Chi è il traditore come figura? E' uno che guarda il mondo, non lo accetta, vorrebbe cambiarlo, ma non agisce. Vive tutto sul piano della riserva mentale che nell'arte significa lo spazio dell'allegoria e della metafora ... L'artista assume una posizione di lateralità, giocando sullo stile e sulla citazione.” (cit. Achille Bonito Oliva “L'ideologia del traditore”).
Il quadro ha come protagonista la ”Ruota di bicicletta” di Duchamp, che diviene un mezzo fantastico, che si muove in uno spazio immaginario, in un dinamica di riflessione ed evoluzione lungo la linea del tempo. Pinocchio, scelto come una delle cifre stilistiche, rappresenta tanto l'artista come gli spettatori, e qui sostituisce Arlecchino come simbolo universale, recuperando attraverso l'arte, l'armonia e l'innocenza perduta: infatti, anche se l'artista rinuncia ad agire nel reale, almeno agisce attraverso l'arte stessa sull'osservatore, sul pubblico e infine, in qualche misura, sulla società.
Si possono notare le citazioni esplicite di “The Balloon Dog” di Koons, e dei Corpi d'Aria di Manzoni. Il paesaggio fantastico si richiama liberamente a Mondrian, Mirò e Klee. Infine i riferimenti dell'alto e del basso sono volutamente contrastanti per indicare una relatività posizionale, propria della libertà assoluta dell'arte “che deve obbedire solo al principio della necessità interiore.” (Cit. Kandinsky “Lo spirituale nell'arte”).
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