"Venere Reclina" - "Reclining Venus"

"Venere Reclina" - "Reclining Venus"

"Comme la poésie, le tableau doit être fécond” Joan Mirò.

La maestosa “Venere reclina" (85x163 cm, torso femminile che si tramuta in leopardo, zebra, airone, scimmia) è una “pitto-scultura” concepita, coerentemente con tutta la mia produzione artistica, con il fine di far dialogare in maniera giocosa ed interattiva l’arte e il pubblico di tutte le età. L’assoluta originalità del lavoro, che consta di tre opere in una, non va però a scapito di un costante riferimento alla grande tradizione artistica, cifra che contraddistingue la tutta mia poetica e il mio 'modus operandi.'
L'opera - appena terminata e quindi mai esposta prima al pubblico - presenta una resa tecnico-formale e coloristica più matura. Frutto di un momento particolarmente ispirato, la “Venere” si differenzia da altri lavori da me presentati per la singolarissima trattazione degli sfondi: nella ripresa dell’antica - e onerosa - tecnica decorativa della doratura in foglia oro zecchino con la quale ho inteso ricollegarmi concettualmente a quell’arte prodotta nelle cosiddette “epoche fototropiche” (bizantina e medievale) in cui la luce è l’elemento che dà vita alle forme: le figure – come “novelle icone” – emergono dai bagliori del fondo aureo e sollecitano i fruitori ad interagire con l’opera dandone un’interpretazione sempre nuova, in perenne metamorfosi.
L’Arte, d’altronde, ha bisogno di essere reinventata: essa è, usando le parole di Duchamp, “un gioco tra artista e spettatore”; e questo è il messaggio che il mio operare artistico intende da sempre veicolare.

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Camilla Ancilotto
8 anni fa
Mobili connubi tra pittura e scultura realizzati con solidi che ruotano sul proprio asse, le sue opere - pensate per una fruizione attiva e dialogica con lo spettatore - sono il frutto di attente riflessioni attorno a tematiche essenziali quali il ritorno al figurativismo pittorico, il recupero della tecnica pittorica tradizionale, il compenetrarsi simbiotico dell’essere umano con il mondo animale e vegetale (motivo che trae spunto da quesiti etico-filosofici sollecitati dalla società contemporanea); tratto caratteristico della sua poetica è il costante riferimento alle testimonianze più alte della pittura europea - in special modo a quella compresa tra il XV e il XVII secolo - e alle narrazioni di carattere mitologico e allegorico riportare da Ovidio nelle sue Metamorfosi.
Camilla Ancilotto
8 anni fa
La Grecia torna a bussare alle porte del Regno Unito e a chiedere indietro i marmi del Partenone, sottratti nel lontano 1804 da lord Thomas Elgin. Questi, all’epoca ambasciatore britannico a Costantinopoli, chiese alle autorità locali il permesso di prelevare dall’Acropoli delle pietre e delle epigrafi, ma, invece di limitarsi a qualche oggetto da collezione, inviò sul luogo una squadra di operai armati di scalpelli, i quali, saliti sul Partenone, cominciarono ad asportare una gran quantità di sculture.
Per anni, la Grecia ha chiesto invano la restituzione dei marmi, sostenendo la tesi che le sculture fossero state esportate con l’inganno e che queste rappresentassero una parte del simbolo nazionale del Paese.

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