"San Sebastiano"
La mia arte si esprime attraverso un codice mobile che è marchio autografo ma, soprattutto, schema linguistico tra estetica e contenuto. Le opere sono puzzle pittorici che propongono molteplici composizioni, liberamente costruibili o decostruibili. In pratica, girando i singoli parallelepipedi su una griglia si completa un’immagine o si mescolano assieme immagini diverse. Si crea un’interazione gestuale con il fruitore che potrà cambiare l’ordine sequenziale e, soprattutto, entrare nel principio dinamico del pensiero originario, completando un’opera che chiede azioni manuali, contatto tattile, immaginazione attiva, orientamento della fantasia visionaria. Si recupera la necessaria tensione “leggera” che riporta l’arte nel cerchio del dialogo, nel meccanismo cinetico dell’opera viva, nella dimensione comunicativa che solo la pittura ricrea: un codice mobile che reinventa il mondo sulle radici forti del mondo stesso, cementando così le fondamenta della memoria, stabilendo così la curva del presente lungo la linea del tempo orizzontale.
San Sebastiano
In una quotidianità costantemente minacciata da ideologie religiose fondamentaliste, l’iconografia del San Sebastiano si ricollega alla portata teologica del tema del martirio. Il martire (dal greco μάρτυς, “testimone”) è colui che muore per il proprio credo. Il corpo del santo simboleggia in questo senso l’umanità trafitta dagli strali dell’oscurantismo religioso; ostende ogni corpo martirizzato in nome di una fede in cui il concetto di “giusto” e di “vero” sono a discrezione di chi si erge a giudice e taccia l’altro di essere “infedele”. Il San Sebastiano assurgere dunque a simbolo di chiunque viva in un momento storico in cui le cosiddette “guerre sante” negano la libertà di vivere e di sperare in un futuro di pace basato su un proficuo dialogo interreligioso.
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