La Chanson de Frida
Sfogliavo distrattamente una rivista sciupata dall’uso, quando notai la statua di Anteros [1] fare capolino da un’istantanea di Piccadilly Circus a Londra. Il riverbero della statua fu illuminante. Fui folgorata da un’idea. L’amore è Luce. Questa è una verità profonda e incontrovertibile. L’amore è una forza universale, la più potente che esista, senza limiti, che illumina le nostre esistenze e innesca la scintilla vitale negli esseri viventi. La Luce è presenza d’Amore, che si tratti di un Dio [2] o dello sguardo dell’amante. Anteros è il Dio dell’amore non corrisposto, fratello di Eros. I due fratelli erano inseparabili. Racconta la leggenda che un giorno Afrodite si lamentò con la Dea Temi del fatto che il piccolo Eros non crescesse, così la saggia Temi le rispose che Eros non sarebbe mai cresciuto finché non avesse avuto l'amore di un fratello. Afrodite si unì ad Ares e generò Anteros e da quel momento i due fratelli crebbero insieme, ma ogni qualvolta Anteros si allontanava da Eros, quest'ultimo ritornava un fanciullo, turbolento ed irrequieto. Questo mito insegna che l'amore per crescere ha bisogno di essere corrisposto. Un personaggio simbolo della luce e del suo connubio con il buio è stata la pittrice Frida Kahlo, “una colomba dalla zampa rotta”. La sua esistenza è stata una canzone d’amore, struggente e appassionata, rivolta al suo compagno Diego Rivera. La sua costituzione fisica, la poliomielite (a sei anni) e successivamente un terribile incidente (a diciotto anni) nel quale restò gravemente ferita, non le impedirono di vivere un’esistenza ardente e vivace, animata dal suo amore per la pittura, la sua terra e soprattutto il marito Diego.“Il vero amore è come una finestra illuminata in una notte buia. Il vero amore è una quiete accesa” [3]. Amore attraversò lo sguardo di Frida Kahlo, trovatrice del ventesimo secolo, con la violenza del fulmine, che penetra attraverso la finestra di una torre e devasta tutto ciò che trova al suo interno [4] . La vita di Frida fu un’alternarsi di tradimenti e riavvicinamenti col compagno di sempre, una partita incerta tra amore corrisposto e non corrisposto. Come nella novella del Decameron di Nastagio degli Onesti [5]. Questi, ritrovatosi ricchissimo in giovane età, era innamorato di una fanciulla appartenente ad una famiglia nobile rivale. Per attirare la sua attenzione, Nastagio cominciò a sperperare il proprio denaro in banchetti e feste organizzate in suo onore; la ragazza, tuttavia, non ricambiò l'amore di Nastagio, anzi si divertì a rifiutarlo freddamente, e per questo motivo egli più volte si propose di suicidarsi, di odiarla o di dimenticarla, senza però riuscirvi. Vedendo che Nastagio si stava consumando di un’amore invano, i suoi amici e parenti gli consigliarono di andarsene da Ravenna. Il giovane pertanto si trasferì nella pineta vicino a Classe. Un venerdì all'inizio di maggio, all'imbrunire, Nastagio, passeggiando nella pineta, vide una ragazza correre nuda tra lacrime e lamenti, inseguita da due cani che la mordevano e da un cavaliere nero con uno spadino che la minacciava di morte. Nastagio cercò di difenderla, ma il cavaliere, presentatosi come Guido degli Anastagi, gli raccontò come un tempo aveva amato follemente questa donna che stava inseguendo ma, poiché costei non aveva voluto ricambiare il suo amore, si era suicidato. Quando anche la ragazza morì, senza alcun pentimento per il tormento che aveva inflitto al suo innamorato, venne condannata con lui alla pena di quella crudele caccia: ogni venerdì, la ragazza avrebbe dovuto subire l'uccisione e successivamente risorgere e ricominciare la dolorosa fuga, per tanti anni quanti erano stati i mesi del suo rifiuto nei confronti dell'innamorato. Nastagio decise di approfittare della situazione: imbandì un banchetto in quello stesso luogo del bosco il venerdì successivo, invitando i propri parenti e l'amata insieme con i suoi genitori. Come Nastagio aveva previsto, alla fine del pranzo si ripeté la scena straziante e drammatica. Con ciò egli ottenne l'effetto sperato: dopo che il cacciatore spiegò di nuovo ai presenti la sua condanna, la fanciulla amata da Nastagio, per paura di subire la stessa sorte della sventurata, cambiò atteggiamento e acconsentì immediatamente alle nozze, tramutando il suo odio in amore.
Commenti 0
Inserisci commento