Il re pescatore
“Quanto più ci allontaniamo dal controllo della coscienza, quanto più sprofondiamo nella sopraffacente oscurità dell’anima, tanto più possiamo riconoscere il poeta che è in noi.(...) E’ soltanto il poeta dentro di noi a impedire che crollino i ponti che ha costruito tra la ragione e il fondo sul quale riposano tutti gli esseri viventi privi di tale ragione; quei ponti che attraversiamo di continuo, anche se magari non vi prestiamo attenzione. E questa parte di talento creativo della natura umana non è solo patrimonio interiore di ogni individuo sano: si conserva fino nelle situazioni più degradanti, quando un’infermità mentale sembra strapparci a noi stessi, farci smarrire in un intrico di pulsioni (...). Proprio in queste situazioni può accadere che, trascinati nell’abisso, ci accostiamo a quelle vie lungo le le quali l’artista trae la sua opera dal profondo portandola alla coscienza. E’ come se egli, in questo inabissamento, il più ardito che l’uomo possa compiere nell’uomo, incrociasse la via sulla quale avanza a tentoni, smarrito, il malato di mente inghiottito nelle medesime profondità.”
(Lou Andreas Salomè)
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