iPOtESIA

iPOtESIA

iPOtESIA
di Daniele Andreis


Introduzione
La poesia è design, il poeta un artigiano qualunque che sta per compiere un lavoro irripetibile. Scrive gesticolando, cercando e imprecando. Scri-vive malfermo, in piedi al pavimento... «Capire che cos'è l'arte è una preoccupazione (inutile) dell'adulto. Capire come si fa a farla è un interesse autentico del bambino» (Bruno Munari). Il cuore della questione non è dunque «che cosa» l’uomo realizza ad arte, ma «come» lo realizza. Occorre fare luce sul processo. L’oggetto del dire diventa il dire stesso.

Metodi
Si è eseguito un intervento a scrittura-aperta, con riprese sequenziali dell’atto creativo al fine di osservare l’insorgenza e la progressione della poesia. Nel processo evolutivo dell’opera sono state individuate alcune fasi principali, per ognuna delle quali è stata estratta la terminologia e sono stati valutati i parametri di comprensibilità e di leggibilità mediante indici statistici corretti per la produzione poetica.

Risultati
SEGMENTAZIONE. Pochi secondi dopo l’attivazione della fantasia, le parole raccolte sul campo e annotate occasionalmente su un taccuino, uno scontrino fiscale o una foglia si ricompongono in righe e colonne sul foglio bianco da riempire. La tematica poetica può scaturire da oggetti di suggestione, da esperienze o da richieste specifiche esterne. In questa fase, che avviene per lo più nel silenzio, si genera una nuvola di sensazioni, idee e immagini in associazione.
ORGANOGENESI. Le parole interagiscono reciprocamente e si compongono in versi e strofe. La poesia arriva ad assumere una morfologia funzionale.
DISTORSIONE. I versi e le parole al loro interno subiscono ricombinazioni ripetute e vanno incontro ad anamorfosi sotto guida sonora. I segni grafici di punteggiatura smettono di esistere, grazie anche all’abuso delle figure retoriche. In questo stadio si scrive rigorosamente ad alta voce e con libera gestualità. Persiste traccia grafica delle fasi precedenti di sviluppo della poesia.
CONTRAZIONE. La poesia fluisce e si ritrae come marea. Lo spazio tra i versi si riduce fino a scomparire. L’opera improsa su se stessa diventando tutt’uno con la strofa e il verso. Durante questa fase avvengono nuovi arrangiamenti linguistici, che prevedono un largo uso dei connettivi al fine di omogeneizzare e amalgamare le espressioni. Le parole stipate dettano la modalità di lettura: la pausa logica lascia spazio a quella psicologica.
TRASLAZIONE. La massa poetica diventa bersaglio di una traslitterazione babelica. Si attinge alle lingue straniere, ai dialetti, ai linguaggi della produzione digitale e dei settori disciplinari più disparati.
È l’ora e il qui della RISONANZA poetica: atto di significazione partecipata tra chi scrive e chi legge, che avviene in ogni fase evolutiva della poesia. Lo stadio di risonanza è teatro di nuova creatività e metamorfosi del testo!

Conclusioni
La produzione poetica è un processo osservabile nel suo divenire, ma solo parzialmente inquadrabile entro modelli rigidi e lineari di sviluppo. Scrittore e lettore compartecipano alla rigenerazione poetica del testo in un sistema aperto di RISONANZA comunicativa, fenomeno continuo e persistente che per lo più sfugge all’osservabilità.
La poesia si fa emergente relazionale: è contatto di labbra, sussurro e urlo nella gola dell’altro. La poesia è un filo senza fine di un labirinto in divenire. I due capi sono in pugno a chi scrive e a chi legge, come nel salto alla corda, nel tiro alla fune o nel telefono senza fili. Ecco, la poesia è un filo senza fili. E c’è di più: la poesia sa fare anche il morto a galla.

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