Core
Altre opere
Fasi di produzione/production steps
Le foto descrivono alcune delle fasi di lavorazione del progetto e sono state scattate dagli assistenti con i propri smartphone. La scelta di tale tecnologia è dettata dalla necessità di evitare che altri dispositivi fotografici avessero potuto pregiudicare l’intimità e il gioco che si instaura tra soggetto e fotografo. Durante la realizzazione degli scatti sono stata sempre seguita da due assistenti. Gli assistenti che hanno collaborato al progetto sono: Alessia Trovato, Paolo Catalano, Giampiero Gangi, Gabriele Raimondo, Cinzia Sparacino, Debora Scarfia.
Le Belle
Si è scelto di non usare un approccio documentaristico distaccato, istaurando un rapporto confidenziale che ha permesso loro un’apertura narrativa sia di belle esperienze che di altre emotivamente molto toccanti.
L’atmosfera intima delle immagini evidenzia un rapporto di tipo amichevole con l’ artista.
Ogni scatto è stato creato di comune accordo con il soggetto, la didascalia e il titolo dell’opera sono un messaggio che i soggetti stessi hanno deciso.
Nonostante le condizioni, di certo non favorevoli, nelle quali i soggetti vivono, ogni messaggio contiene in sé una stupefacente positività e una infinita voglia di non arrendersi alle difficoltà.
Il progetto è stato realizzato nel quartiere San Berillo di Catania.
Nato come quartiere operaio nella seconda metà dell’ottocento, già tra le due guerre mondiali diviene uno dei quartieri più grandi della città, ricco di botteghe di ogni genere, teatri e case d’appuntamento.
Anni di politiche urbanistiche sbagliate, abusi edilizi, divenuti celebri con il nome di “sventramento di San Berillo” hanno distrutto quasi totalmente il quartiere, che ad oggi è composto dalle pochissime vie storiche restanti.
La sempre minore presenza di un nucleo abitativo strutturato e la conformazione geografica hanno permesso che il quartiere divenisse tra i più famosi quartieri a luci rosse dell’isola. In una Sicilia quanto mai puritana della prima metà del 900, un ghetto in pieno centro storico ma lontano dalla vista della città. La tendenza si è acuita nei successivi decenni, permettendo l’insediamento nel quartiere di una notevole quantità di prostitute e “intrappolando” nei sui confini la quasi totalità dei Transgender dediti alla prostituzione presenti in città. Case fatiscenti affiancate da strutture che hanno subito importanti crolli, porte murate a seguito delle numerose “retate” della polizia dei primi anni 2000 e le successive occupazioni, rendono il quartiere un universo multietnico e multiculturale ma composto da abitanti che vivono contornati da un’ atmosfera di perenne abbandono.
Questo progetto non è solo una serie di ritratti di prostitute ma è una finestra su una realtà che troppo spesso la società sceglie di non osservare.
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