
Resistenza Amazzonica_01

Proiezione per i dirigenti Shuar del documentario "Cordillera del Condor, Paraiso amenazado" sulla parete della sede della FICSH (Federación Interprovincial de Centros Shuar) en Sucua, Morona Santiago, Ecuador. El documentario affronta la tematica dell'impatto ambientale e il rischio per le popolazioni amazzoniche

Resistenza Amazzonica_02

Carlos Alfonso Tendetza, discute animosamente il suo punto di vista sulla situazione dell'ocupazione mineraria a Tundayme da parte dei cinesi. Lui ha preferito "negoziare" con la Impresa Exca China, barattando poco a poco tutta la sua proprietà per poche migliaia di dollari, una centinaia di galline e dei dolcettti per i bambini della comunità durante il carnevale. Non vuole piú morti in famiglia, e preferisce "vendere" quello che gli è preteso, evitando ad ogni modo che se lo portino via con la forza. Comunità Shuar Yanua, Amazzonia ecuatoriana.

Resistenza Amazzonica_04

Carlos Wilson Tendetza fratello minore di José Tendetza, assassinato due anni fa per le sue attività di difensore del territorio Shuar nell’Amazzonia ecuatoriana contro le attività estrattive date in concessione alla Impresa cinese Exsa. Dopo l'assassinato del fratello, Carlos continuò la sua causa diventando il sucessore nella lotta per la difesa del territorio di Tundayme nella provincia di Zamora-Chinchipe.

Resistenza Amazzonica_05

Un gruppo d’indigeni Shuar, difensori dell’Amazzonia in resistenza, posa per la foto. Dopo gli sfollamenti violenti degli abitanti Shuar di Nankints da parte del Governo ecuatoriano per dare passo all’attività mineraria, gli indigeni Shuar continuano la resistenza per il loro territorio ancestrale dichiarato “in concessione per attività estrattive” dal proprio Governo.

Resistenza Amazzonica_06

Famiglia Shuar viaggiando via fiume sul Rio Chinganas nelle vicinanza della comunità Shuar di Yaupi. Nell'Amazzonia la rete idrica dei fiumi gioca un ruolo molto importante per i villaggi, come mezzo di trasporto e come fonte d'acqua per la vita, usata per cucinare e per lavarsi. Anche se i lavori di estrazione d'oro non siano ancora iniziati, alcune comunità soffrono già le consequenze della contaminizione delle loro acque.

Resistenza Amazzonica_07

Elicottero militare del esercito ecuatoriano decolla da un campo da calcio della scuola a San Juan Bosco, ultimo villaggio nella giungla nei pressi di Nankints. Centinaia di militari con elicotteri artigliati, furgoni anti assalto occuparono le comunità amazzoniche durante i due mesi dichiarando lo Stato Marziale in tutta la provincia di Morona Santiago.
Resistenza Amazzonica
Il mio progetto è stato realizzato tra ottobre e dicembre 2016, prima e durante lo “stato Marziale” che il Governo ecuatoriano dichiarò e che durò due mesi, causa gli scontri avvenuti di militari e polizia contro un gruppo di Shuar, che decisero rioccupare la zona di Nankints dopo essere stati sfollati violentemente per dare passo alle attività minerarie. La provincia di Morona Santiago nel sudest amazzonico è stata recentemente militarizzata, e alcuni leaders, come altri indigeni Shuar sono stati catturati e perseguitati e alcuni tuttora rimangono fuggitivi e nascosti nella selva. Nel passato la popolazione Shuar non è mai stata vinta pur avendo sempre difeso la sua terra.
L’antico popolo Shuar, conosciuto come i temuti “riduttori di teste” vive da sempre nel territorio amazzonico nel sur oriente ecuadoriano e nord del Perù, probabilmente da centinaia d’anni. Né l’Impero Inca né la Conquista spagnola riuscirono ad impadronirsi di queste terre, e appena 22 anni fa gli Shuar la difesero nuovamente partecipando alla Guerra dell’Alto Cenepa contro i peruviani.
Conoscendo queste vaste terre fangose come il palmo delle loro stesse mani, e forti delle loro conoscenze ancestrali, furono in prima linea sul fronte della guerra guidando e sostenendo un intero esercito di militari ecuadoriani inesperti della sopravvivenza nella giungla.
Dichiarati Eroi Nazionali per la loro partecipazione a lato del esercito durante il conflitto armato, oggi sono considerati “ribelli” per voler continuare a preservare le loro terre ancestrali e difendere i loro diritti contro l’irrefrenabile e distruttivo “progresso”.
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