Around the world in 80 Mb/s

Around the world in 80 Mb/s

Questo progetto consiste in un viaggio attorno al mondo, partendo da Legnano (la mia città natale), utilizzando una rappresentazione virtuale della Terra (google Earth), un visore di realtà virtuale, un tapis-roulant e un diario di viaggio.
Grazie alla sua natura, la performance si sta sviluppando attraverso un lungo lasso di tempo: il mio ruolo è quello di vivere e viaggiare in questa versione alternativa della Terra per il maggior numero di giorni possibili.
L“io” fisico cammina sul tapis-roulant mentre la mente viaggia virtualmente attorno al mondo.
Durante lo sviluppo giornaliero della performance colleziono disegni, video e pensieri attraverso un blog: un carnet de voyage che si presenta come un dialogo tra due realtà; tra il fisico ed il virtuale.
L'obiettivo del progetto è quello di riconsiderare e ridimensionare l'io fisico su una Terra virtuale, interrogando l'inscindibile relazione tra l'essere umano e il suo ambiente naturale.
Quest'opera parla di errare e documentare: l'atto esplorativo di seguire l'orizzonte, collezionando sempre più esperienze e catalogando gli effetti psicologici e fisiologici propri di ogni grande viaggio.

Google Earth è un software online che accede a immagini aeree e satellitari per rappresentare virtualmente il pianeta Terra come un mappamondo tridimensionale su scala 1:1.
Lo stato attuale di google Earth mostra una versione del nostro pianeta come un mondo poligonale, popolato da punti di riferimento realisticamente renderizzati, una credibile illuminazione atmosferica e surrealistici errori grafici.
É in questo scenario che la mia mente viaggia: una versione della Terra desolata, distorta, che ricorda un dipinto metafisico e un mondo post-apocalittico senza confini fisici e senza esseri umani. Una realtà le cui barriere politiche, finanziarie, culturali e naturali sono definite esclusivamente da algoritmi.

La realtà virtuale ha appena iniziato ad entrare in uso a livello domestico anche se la cultura che le ruota attorno ha già qualche decennio di vita (basti pensare a 'Portable living room' di Walter Pichler, 1967 o 'Legible city' di Jeffrey Shaw, 1989).
I suoi dispositivi stanno prendendo piede anche in campo artistico grazie al loro illusorio potere di separare i nostri corpi dalle nostre menti ed occhi. L'obiettivo del mio progetto è quello di focalizzarsi su questa divisione e di applicarla a tutti i livelli della performance.
Una disconnessione che si sincronizza su due realtà parallele: tra presenza (il corpo sul tapis-roulant) e localizzazione (la mente sull'Himalaya), tra esperienze (gli occhi che vedono paesaggi lontani) e la loro documentazione (la mano che scrive, disegna, suona).
Anche se a livello pratico non modifico in alcun modo la mia posizione fisica, i chilometri realmente camminati aumentano di giorno in giorno.
Questo paradosso crea la questione se questo viaggio attorno alla Terra si stia realmente compiendo.
L'unico tangibile indizio giace in questo carnet de voyage virtuale dove l'essere umano è solo, in un mondo privato: https://aroundtheworldin80mbps.com/

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