PHYSIS - i codici dell'invisibile

PHYSIS - i codici dell'invisibile

L'installazione presentata è il frutto di una ricerca molto complessa che ha inizio con lo studio degli effetti di lunghe esposizioni in ambiente naturale di supporti vergini ( tele, ferri).
I supporti sono lasciati per giorni o mesi ancorati al fondale di fiumi o laghi per 1/3 della loro altezza (all'aria per la parte restante), così che la " natura ", organica e inorganica, nel tempo, possa agire, mediante gli elementi, nelle loro superfici.
La conoscenza di tali effetti degli elementi sui supporti ha portato l'artista a poterli prevedere e scegliere, in base al luogo, al clima, ai tempi di esposizione, al materiale dei supporti...così da poter arrivare a "dipingere" con la realtà, senza però coartare il libero fluire degli eventi se non in maniera "mentale", decidendo appunto il dove, il come e il quando, e lasciando volutamente la parte "fattiva", "operaia", alla natura. L'artista agisce da regista, da ingegnere, agendo solo esternamente sulla creazione. La natura da attrice/operaia.

Osservare la materia che scrive sulla tela ( naturografia) è come assistere ad un piccolo big-bang, sul quale l'artista può intervenire, ma solo come sopra detto ( in maniera indiretta). Quando per l'artista il processo è compiuto, i supporti vengono prelevati dal luogo di formazione e resinati, per preservarne l'esatto stato. Infine montati , alcuni, in light box o altri tipi di supporti e accompagnati da video della fase di creazione.
Tale ricerca lambisce molte forme espressive del ‘900, come, oltre ovviamente alla pittura, l’arte ambientale, la fotografia, l’informale materico e soprattutto il concettuale. Ho scelto un nome nuovo per queste opere: naturografie.
Da questo lavoro possono scaturire molte riflessioni di ordine artistico, culturale e spirituale.

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