L'esplicita oda alla “donna ” che raffigura quest'opera, è anche un'analogia al valore del carattere femminile che possiede ogni essere umano, un carattere che, è sinonimo di <<fecondo>>, è il seme portatore di creatività, la traccia verso l'emancipazione esposta nella sua pura nudità. L'esaltazione <<baroque>> di questo dipinto allude anche, in maniera ironica, la banalizzazione stessa della nudità del corpo femminile, mette in conflitto l'identità della donna occidentale “emancipata” che è appena una parvenza del <<savoir faire>> del XXI secolo; de-costruendo così, anche in questo modo, l'identità generale dell'essere umano ''moderno'' . Un'identità che sembra completa e arricchita nella sua (in)sostanziale apparenza, ma che rimane incompleta nella propria virtù umana, carente della propria natura mortale rendendola precariamente “immortale” nel cambio costante di parvenze di caducità immediate.
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celeste,
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