The Rock

The Rock

L'incanto che si genera dalla visione di strutture, mi attira lungo il confine sottile tra gli artifici consapevoli della percezione e i ritmi organici della memoria, dove mi soffermo ad osservare il giardino, il parco pubblico, la piscina. Natura e artificio, qui si legano e si compenetrano e la linea retta viene interrotta dalla frammentazione delle foglie, delle piante, dei nostri passi, del tempo trascorso altrove.
La piscina e i campi da gioco, destinati all'esercizio di regole o allo svago, ammutoliscono e si svuotano, per raccontare la storia delle trascorse esperienze, lasciando il posto alle forme geometriche che ne testimoniano il passaggio.
Convivendo silenziosamente, naturale e artificiale ci mostrano l'incontro tra due realtà diverse, complementari, in cui l'uomo è sia spettatore che artefice. Questo confine sottile, labile, è un limite valicabile, indotto tra l'essere umano e la natura. Sta a noi decidere se oltrepassarlo o meno.

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