L'opera rappresenta una scena di vita quotidiana che ho immaginato andando in barca sul Tevere, dentro Roma. I soggetti raffigurati sono quelli che io definisco i “pescatori fantasma”. Lì, nascosti a bordo fiume, sono i fantasmi della nostra società che vivono in una realtà suburbana ignota a molti. Io stessa non li ho mai visti realmente. L’unico segnale della loro esistenza sono i resti del loro passaggio lasciati sull’argine. Divani sfondati, baracche, reti e canne da pesca. Ho immaginato i pescatori fantasma al buio, nell’umido, a pescare in quell’acqua di pece. Sulla base di questi indizi nasce l’opera. Il suo obiettivo però è quello di proseguire la ricerca attraverso l’osservazione dell’opera stessa. Cercare di andare oltre al riconoscimento dell’azione e scoprire cosa muove i soggetti immaginati. Le linee essenziali sono un indizio per l’osservatore, padrone di continuare a immaginare e creare, libero di abbandonarsi alla scoperta di un senso più intimo e profondo.
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celeste,
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